Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



RITORNO A KRISHNA

La Rivista del Movimento Hare Krishna Vol 45 Numero 3 Maggio/Giugno 2011 °


BACK TO GODHEAD

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Ali Krsna dasi
(Alida D’Ambrosio)
DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA E AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
TRADUZIONI: Purandara Misra dasa e Sri Saci dasi, Gandharvika dasi
SPEDIZIONI: Visnupriya dasi

Per informazioni sulle spedizioni contattare:
Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna – strada Bonazza, 11
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)
Tel. 0558076414 – Fax 0558076630
E-mail: bbtitalia@gmail.it

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a “Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna”, strada Bonazza 11, 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Fi).
Associazione Ritorno a Krishna – Tutti i diritti riservati – Ritorno a Krishna – Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 Vol. 23 N. 3 Maggio/Giugno 2011 Stampa: La Zincografica, Firenze. Sped. Abb. Post. Comma 20 C Legge 626/96 Filiale FI


BENVENUTO
In questo numero, l’articolo di Mohini Radha Devi Dasi “Il Nostro Tesoro Nascosto” descrive come Sri Caitanya Mahaprabhu, usando un’allegoria, ha rivelato che lo scopo della vita è la bhakti, il puro amore per Dio, Krsna. A volte le persone si chiedono: per focalizzare il nostro amore su Krsna, dobbiamo ritrarlo da qualcun altro? No, non dobbiamo, perché chi ama Krsna ama tutti gli altri vedendo la loro relazione con Krsna.
In “Madre Terra: Detentrice e Dispensatrice della Ricchezza,” Visakha Devi Dasi dimostra che l’amorevole Madre Terra è parte dell’amorevole Krsna perché è una dimostrazione di alcune delle Sue energie. Krsnanandini Devi Dasi, in “Amore e Affetto nella Famiglia Vaisnava,” spiega come il nostro amore per Krsna si deve estendere ai membri nella nostra famiglia, che sono eternamente parti di Krsna.
Infatti, ogni essere vivente è parte di Krsna e possiamo amare tutti lavorando per riunire tutte le anime a Lui. In “Prabhupada alla Sala da Ballo Avalon,” Mukunda Goswami mostra come Prabhupada presentò Krsna ad un centinaio di hippy di San Francisco attraverso i Suoi santi nomi. E Meera Khurana “ A Vrindavana con un Centinaio di Stranieri” ci dice come ci si trova in un posto saturo di amore per Krsna.
Hare Krsna – Nagaraja Dasa, Direttore


I NSOTRI SCOPI
* Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
* Evidenziare i difetti del materialismo.
* Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
* Preservare e diffondere la cultura vedica.
* Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Mahaprabhu-
* Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema.





LEZIONE DEL FONDATORE
Nairobi, Kenya – 1 Novembre, 1975


IL TUTTO NON E’ UNO

Nel descrivere le Sue due categorie energetiche, Sri Krsna respinge le idee dei filosofi Mayavadi e degli scienziati moderni.

Di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Apareyam itas tv anyam
Prakrtim viddhi me param
Jiva-bhutam maha-baho
Yayedam dharyate jagat

“O Arjuna dalle braccia potenti, oltre a questa energia ne esiste un’altra, la Mia energia superiore, costituita dagli esseri viventi che sfruttano le risorse dell’energia inferiore, la natura materiale.”
-Bhagavad-gita 7.5

Le energie materiali grossolane e sottili sono state presentate nel verso precedente. Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego sono tutte energie materiali. L’energia materiale non ha niente a che fare con l’energia spirituale e poiché non è energia spirituale, viene chiamata apara, “inferiore”. Per esempio nel nostro corpo ci sono parti superiori e parti inferiori. Il cervello è una parte superiore, ma ci sono altre parti con cui rilasciamo escrementi e urina Tutto fa parte de mio corpo, ma la posizione è differente: superiore e inferiore. Nello stesso modo, tutto è Dio – sarvam khalv idam brahma – tuttavia ci deve essere una distinzione tra le Sue energie superiori e inferiori. Sebbene tutto sia Brahman, Dio, per ragioni pratiche c’è una distinzione tra superiore e inferiore. Coloro che scioccamente non fanno questa distinzione si chiamano nirvisesa-vada. Sono impersona listi. Nirvisesa significa “senza alcuna varietà”, la varietà esiste.

A differenza del mondo materiale, quello spirituale è composto esclusivamente da energia spirituale Qui, i residenti di Vrndavana salutano Krsna e Balarama che la sera tornato a casa.

Il corpo è uno solo, ma le sue varie parti vengono considerate superiori e inferiori. Questa filosofia è chiamata acintya-bhedabheda, “simultanea unicità e differenza”. L’ano e i genitali fanno parte del corpo e anche il cervello è una sua parte. Ma quest’ultimo è superiore all’ano e ai genitali.
Bheda significa “distinto” e abheda significa “indifferenziato”. Non si dovrebbe prendere solo una parte della filosofia: “Tutto è uno”. No. Tutto è uno, ma c’è anche la varietà. Questo è spiegato nella Bhagaad-gita (9.4):

maya tatam idam sarvam
jagad avyakta-murtina
mat-sthani sarva-bhutani
na caham tesv avasthitah

“Questo intero universo è pervaso da Me nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro.”
L’organizzazione delle carceri fa parte del governo, ma il presidente non vive in carcere. Nello stesso modo, Krsna, Dio, è ovunque perché la Sua energia agisce ovunque.
Il mondo materiale è la combinazione di due energie: quella superiore e quella inferiore. Il nostro corpo è composto di energia inferiore – terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente intelligenza e falso ego, ma io sono superiore. Ciò è qui spiegato con parole jiva-bhuta che si riferiscono all’essere vivente. Oltre all’energia grossolana e a quella sottile, c’è un’energia superiore. Nel verso di oggi anyam prakrtim viddhi me param significa che c’è un’altra energia oltre a quella materiale e quest’altra energia oltre a quella materiale e quest’altra energia è superiore a quella materiale. Che cos’è questa energia? Jiva-bhuta, l’essere vivente all’interno del corpo grossolano e sottile.


Fuoco, Calore e Luce

Gli scienziati moderni non sono in grado di comprendere chiaramente la distinzione tra l’energia inferiore e quella superiore.
Entrambe sono energie e Krsna è la loro fonte energetica. Tutto proviene da Krsna, come il calore e la luce provengono dal fuoco e il fuoco è distinto dal calore e dalla luce.
Il Visnu Purana (1.22.53) afferma:

eka-desa-sthitasyagner
jyotsna vistarini yatha
parasya brahmanah saktis
tathedam akhilam jagat

“Come la luce di un fuoco acceso in un luogo si espande tutto intorno, le energie di Dio, la Persona Suprema, il Parabrahman, si espandono in tutto l’universo.” Se analizzate tutto ciò che Dio ha creato, diventerete filosofi. Il sole è localizzato in un punto. Lo vediamo ogni giorno, è fatto di fuoco. Tutti i pianeti sono creati dal suo calore e dalla sua luce e così anche la vegetazione e tutto ciò che viene prodotto. Senza la luce del sole non si può fare niente. Il calore e la luce sono essenziali.
Sia il mondo materiale sia quello spirituale sono manifestazioni dell’energetico supremo. Anche voi ed io abbiamo energia. Se vi tagliate i capelli automaticamente i capelli ricresceranno. Quindi deve esserci un’energia che ne è la causa. I capelli di un uomo morto non cresceranno più, ma un uomo in vita, poiché ha quell’energia, può radersi oggi e domani avere nuovi capelli. Questa energia è detta inconcepibile. Per stupidità possiamo parlare usando paroloni – “queste cellule e questo e quello” – ma questo fenomeno non è sotto il nostro controllo.


Il Mondo Spirituale

Queste due energie, quella materiale e quella spirituale – una inferiore e l’altra superiore – operano insieme in questo mondo e il mondo spirituale è il luogo in cui non c’è energia materiale, ma solo energia spirituale.
L’ambiente del mondo spirituale non è questo. La Brahma-samhita (5.29) descrive il mondo spirituale Cintamani-prakara-sadmasu. Anche là vi sono edifici, ma non sono fatti di mattoni e pietre come i nostri. Cintamani significa “pietra filosofale” e prakrara significa “case”. Vi sono anche alberi, ma sono alberi spirituali, kalpa-vrksa. Qui se ti avvicini a un albero di mango, puoi prendere i manghi, ma là puoi avvicinarti a un albero qualsiasi e chiedere tutto ciò che vuoi e sarai soddisfatto. Non possiamo immaginare un albero capace di dare tutto, ma questo è possibile perché sono alberi spirituali. Per esempio, se chiedo a un mio discepolo: “Portami un mango”, egli andrà nell’apposito luogo e mi porterà un mango perché è un’anima spirituale vivente. Se però chiedo a questo cuscino: “Portami un mango”, non potrà farlo.
Questa è la differenza tra materiale e spirituale e questi stupidi scienziati cercano di ottenere l’energia spirituale con combinazioni d’energia materiale. Rendetevi conto di quanto sono sciocchi. Stanno cercando di creare la forza vivente combinando elementi chimici. Perciò Krsna dice che sono madha, “mascalzoni”. Non si può costruire la vita mettendo insieme elementi chimici. Non è possibile. Qui è detto apara: la vita è una cosa diversa, di natura superiore. In che cosa consiste la sua superiorità? Yayedam dharyate jagat: essa si serve di questo mondo. Questo mondo è importante grazie all’energia spirituale; altrimenti non vale niente.


L’Uso della Materia

L’energia spirituale, l’anima vivente, sa come utilizzare la materia. Yaya idam dharyate jagat. Jagat, questo mondo è fatto d’energia materiale, ma l’energia spirituale, l’essere vivente, sa utilizzare questa energia materiale. Egli sa utilizzare la terra per fare mattoni e la calce per costruire una bella casa. L’energia spirituale è il controllore. Dunque il controllore viene chiamato param, energia superiore. I cosiddetti scienziati ritengono che l’energia materiale e quella spirituale siano la stessa cosa. Non hanno l’intelligenza per distinguere tra queste due energie.
Dobbiamo comprendere questo punto dall’insegnamento di Krsna; perciò le istruzioni di Krsna sono molto importanti. Se non le accettate, allora, nonostante il vostro cosiddetto elevato avanzamento culturale, restate semplicemente mudha, dei mascalzoni. Coloro che non sono coscienti della differenza tra l’energia spirituale e quella materiale sono detti mudha, ma se comprendete l’energia superiore, quella spirituale, vi sarà possibile comprendere Krsna.
Krsna è tutto energia spirituale, vi sarà possibile comprendere Krsna.
Krsna è tutto energia spirituale, sac-cid-ananda-vigraha:

isvarah paramah krsnah
sac-cid-ananda vigrahah
anadir adir govindah
sarva-karana-karanam

“Krsna, conosciuto con il nome di Govinda, è Dio, la Persona Suprema. Ha un corpo spirituale eterno di beatitudine. E’ l’origine di ogni cosa, ma non ha origine. E’ la causa prima di tutte le cause.”
(brahma-samhita 5.19)
La distinzione tra energia materiale e spirituale è il primo insegnamento che serve per entrare nella comprensione spirituale. All’inizio della Bhagavad-gita nel Secondo Capitolo (2.13), Krsna insegna che l’energia spirituale è all’interno del corpo.

Dehino smin yatha dehe
Kaumaram yauvanam jara
Tatha dehantara-praptir
Dhiras tatra na muhyati

“Come l’anima incarnata passa, in questo corpo, dall’infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l’anima passa in un altro corpo all’istante della morte.
La persona saggia non è turbata da questo cambiamento.”
Nella letteratura vedica ci sono molte prove che l’energia spirituale è diversa da quella materiale e se si comprende l’energia spirituale, allora si può comprendere Dio perché l’energia spirituale è della stessa natura di Dio. Nella Bhagavad-gita (15.7) Krsna dice: mamaivamso…jiva-bhuta. Che cosa sono i jiva-bhuta? Gli esseri viventi. Mama eva amsa: “Essi sono Miei frammenti.” Un figlio è parte del padre per quanto riguarda il corpo, ma non spiritualmente. Spiritualmente è parte di Krsna e materialmente è una parte del corpo del padre. Perciò non parliamo del livello materiale. La Bhagavad-gita è comprensione spirituale.


Una Particella di Dio

Il jiva-bhuta controlla la natura materiale e Krsna dice: “Questi jiva-bhuta, gli esseri viventi, sono parti di Me.” Perciò, se cercate di capire gli esseri viventi come parti di Dio, potete comprendere Dio.
Per esempio, se fate bollire una grande quantità di riso e ne prendete un chicco, premendolo con le dita potete capire che tutto il riso della pentola è pronto.
Nello stesso modo, se comprendete perfettamente questa entità spirituale – l’essere vivente individuale – potete comprendere Dio. Un altro esempio: se prendete una goccia dell’acqua dell’oceano e l’analizzate chimicamente, potete comprendere la composizione chimica di tutta l’acqua dell’oceano.
Se si studia la natura umana si può apprendere anche qualcosa sulla natura di Dio, ma la Sua natura è perfetta e illimitata e noi abbiamo le Sue qualità in una misura infinitesimale.
A contatto con l’energia materiale la vostra natura è imperfetta, ma se vi liberate dall’attaccamento materiale, diventate perfetti. Potete capire: “Ho la stessa qualità di Dio, ma Dio è immenso ed io sono piccolissimo.” Questa è la realizzazione di sé. Se pensate. “Ho tutte le qualità di Dio,”, questa è una sciocchezza. Voi siete come Dio in quanto possedete qualità come le Sue, ma non siete grandi come Lui. Comprendere questo significa realizzare il sé. Perciò gli sastra (le Scritture) affermano: “Se la scintilla spirituale è uguale al tutto supremo, allora perché è sotto il Suo controllo?” Questo è il ragionamento. Siamo sotto il controllo di qualcuno. Nell’atmosfera materiale siamo completamente controllati e quando siamo liberi spiritualmente siamo ugualmente controllati, perché Dio rimane immenso e noi siamo piccoli. A differenza del mondo materiale, nel mondo spirituale il fatto che Dio sia grande e noi piccoli non ci porta ad essere in disaccordo con Lui. Cercate di capire la differenza tra il mondo materiale e quello spirituale. L’essere vivente è una minuscola particella di Dio. Nel mondo spirituale tutti sono consapevoli della loro posizione. Là gli esseri viventi sanno: “Sono una particella di Dio. “Perciò non c’è disaccordo. Tutto procede tranquillamente. Qui, nel mondo materiale, siamo in disaccordo con Dio perché a torto pensiamo: “Sono uguale a Dio.”Questo pensiero è alla base della vita materiale. La liberazione è essere liberi da questo concetto errato della vita.


Il Piccolo Serve il Grande

Tutti i bhakta, i devoti, hanno accettato che “Dio è grande ed io sono piccolo, una minuscola particella, Perciò, poiché il piccolo serve il grande, il mio vero dovere è servire Dio. “Questo è il concetto di liberazione. Infatti è naturale servire qualcuno più grande. Tutti vanno in ufficio, in fabbrica, al lavoro. Che cosa fanno? Vanno a servire qualcuno più grande, altrimenti potrebbero stare a casa. Perché è naturale che il piccolo serva il grande.
Dio è il più grande di tutti. Allora qual è il vostro compito. ServirLo, questo è tutto. Questa è la vostra posizione naturale. Nel mondo materiale qualcuno serve qualcun altro per avere il cibo e tuttavia pensa: “Io sono Dio.” Guardate un po’ che tipo di Dio è. Questo mascalzone pensa di essere Dio, ma se viene buttato fuori dall’ufficio non avrà da mangiare. Tuttavia pensa di essere Dio.
Questa è la natura del mondo materiale. Tutti pensano di essere Dio. Per questo vengono chiamati mudha, mascalzoni. Non si arrendono a Dio. Nella Bhagavad-gita (7.15) Sri Krsna dice:

na mam duskrtino muda
prapadyante naradhamah
mayayapahrta-jnana
asuram bhavam asritah

“Gli stolti, gli ultimi tra gli uomini, coloro la cui conoscenza è stata rubata dall’illusione e coloro che hanno una natura atea e demoniaca sono tutti miscredenti e non si arrendono a Me.”
Apahrta-jnanah: “La sua vera conoscenza viene portata via”. Egli non sa di essere piccolo, non sa che Dio è grande e che il suo compito è servire Dio. Questa conoscenza gli viene tolta. Questo è il segno di un mascalzone.
Questo è tutto. Notate subito questo, senza alcun’altra considerazione, che colui che non è devoto di Krsna, che non è pronto ad arrendersi a Krsna, è un mascalzone. Questa è la nostra conclusione.
Vi ringrazio moltissimo.



COME SONO GIUNTO ALLA COSCIENZA DI KRSNA

Grazie a Dio non sono Dio

Dio è incapace di aiutare Se stesso?
Un banchiere si rende conto della follia dell’impersonalismo.
Di Kalanidhi Dasa

Venni a conoscenza dell’ISKCON come di un serio movimento spirituale nel 2002. Come dirigente di alto livello della State Bank of India fui mandato a Mumbai per gestire le relazioni con le società più prestigiose, nostre clienti, e avevo le giornate fitte di appuntamenti. Non avrei mai immaginato di trovare le risposte alla mia ricerca interiore in questa capitale commerciale e così vicino al mio posto di lavoro.
Nato in una famiglia di brahmana, ero stato educato all’adorazione di Siva. A casa eravamo soliti adorare gli esseri celesti, come Ganesa, Kartikeya, Sarasvati e Durga. Celebravamo le feste religiose con entusiasmo, nonostante i modesti mezzi di mio padre. Grazie all’educazione ricevuta fin dalla prima infanzia avevo imparato a memoria i versi e i mantra sanscriti per i vari esseri celesti e li recitavo con sentimento. Crescendo però in mezzo a compagni di scuola materialisti, iniziai ad avere dei dubbi riguardo a queste pratiche e all’università diventai quasi ateo. Presi l’abitudine di mangiare carne, di fumare sostanze intossicanti, di andare spesso al cinema e anche di leggere le riviste popolari di gossip.
Dopo la laurea diventai funzionario di banca ed ero completamente materialista. Mentre il mio scetticismo per la religione cresceva, ero timoroso perfino di rivelare agli amici che andavo a visitare i templi. La mia religiosità si trasformò in una vaga fede nell’esistenza di una realtà unitaria immutabile dietro la natura mutabile e nella convinzione che fondersi in quella realtà informe fosse lo scopo dell’esistenza. Questo può avvenire nel momento che scegliamo perché siamo identici a quella verità e non c’è alcuna urgenza. Tutta la vita è un sogno in cui non vi sono serie conseguenze alle nostre azioni. Non c’è un Dio vero e proprio, perciò possiamo compiere la nostra auto-realizzazione con i nostri sforzi nel momento che scegliamo. Giunsi anche alla conclusione che tutte le religioni sfruttavano la nostra ingenuità, I miei vizi continuavano a crescere. Ne ero orgoglioso e credevo che mi facessero diventare più intimo con i miei amici. Senso di colpa e vergogna, pensavo, sono segno d’immaturità e il vero avanzamento nella vita viene dal superamento di questi limiti.
La mia filosofia però che trovava eco in molti pensatori moderni, mi lasciò completamente solo nella realizzazione dell’impegnativo cambiamento dalla coscienza materiale a quella spirituale e mi trovai impreparato a farlo.


Una Ricerca Cieca

Assurdamente continuai nella vana ricerca di Dio senza avere un’idea precisa di ciò che volevo. Nel 1984 mentre ero a Londra per lavoro, un amico mi presentò alcuni libri esoterici di yoga e scoprii un nuovo mondo di “filosofia da poltrona” – leggendo molti libri e discutendone senza alcuna realizzazione o sadhana (regole per una pratica spirituale). I libri erano interessanti e pensavo che avrebbero cambiato per sempre la mia vita, ma a parte inorgoglirmi, pensando di sapere più degli altri, non feci alcun avanzamento. Il mio desiderio di saperne di più sulla spiritualità cresceva e la sofferenza e le delusioni dovute al fatto di correre dietro a molti movimenti simili a miraggi mi creavano una grande angoscia. Il mio percorso può essere sintetizzato come segue:
Correvo dietro a molti cosiddetti guru e imparavo asana, pranayama e meditazioni su qualcosa che era privo di forma e di nome.
M’iscrissi pieno di speranza a un corso per corrispondenza per imparare la disciplina del kriya-yoga e presi anche l’iniziazione, ma molto presto abbandonai il kriya-yoga perché lo ritenni inutile.
Studiai a fondo i libri di filosofia Mayavada di un famoso yogi che sottolinea l’aspetto impersonale della Verità Assoluta e afferma che perfino la forma del Signore Supremo è maya, illusione. Ero solito citare con disinvoltura i suoi libri. Tuttavia, dopo diversi anni in cui rimasi affascinato dalla filosofia che sostiene “Io sono Dio e per effetto dell’illusione penso di essere un uomo,” alla fine l’abbandonai perché non la ritenevo praticabile. Nonostante fossi rimasto seduto con gli occhi chiusi per tanto tempo, non riuscivo ad impedire alla mia mente di continuare a tormentarmi. Era frustrante pensare che sebbene fossi Dio la non potevo aspettare che qualcuno più elevato (più elevato di Dio?) mi aiutasse. Presi l’iniziazione al mantra (diksa) da molti maestri senza neanche sapere che cosa significasse l’iniziazione. Ora alcuni di questi incontri appaiono bizzarri e grotteschi a me, ma non a quell’anima tormentata e bramosa che ero.
Praticai l’hatha-yoga con molte organizzazioni famose ma mi accorsi subito che nonostante le loro dichiarazioni non avevano niente a che fare con la spiritualità.
Praticai il kriya-yoga per quattro anni, ma a parte avermi aiutato a sviluppare un corpo più sano e una mente più acuta, questa disciplina non ebbe alcun effetto sul mio sviluppo spirituale; anzi, ne ritardò il percorso rendendomi più centrato sul corpo.
Per un po’ seguii anche alcuni famosi guru della sahaja-marga, ma nessuno di loro mi dette delle indicazioni utili a migliorare la mia vita e neppure mi spiegò gli scopi della vita. La gente va a guardare il guru in faccia, ad ascoltare le lezioni sperando che il guru rimuova tutti gli ostacoli materiali e spirituali L’aspirante non deve fare niente se non continuare ad andarci.
Lessi con passione molti libri voluminosi che contenevano le conversazioni e i discorsi di famosi santi.
Questi libri erano famosi per la saggezza concisa in essi contenuta. Invece finii con l’essere confuso dal fatto che questi cosiddetti santi non proponevano consigli specifici su che cosa avrei dovuto fare. Anzi per lo più giustificavano il non fare niente dicendo cose come yato mat, tato path: “Tutto quello che ti piace è il tuo percorso.”
La mia unica fortuna, di cui mi rendo conto solo ora, fu che in tutta questa mia inutile ricerca non cercai le siddhi (poteri mistici) o i miracoli e neppure la libertà dalla sofferenza. Mi stancavo subito dei miei guru e passavo da uno all’altro senza averne troppo danno per la mia psiche e il mio portafoglio. Suppongo che molti di loro non fossero cattive persone, ma che in modi diversi fossero ignoranti e illusi dal loro ego, dai sensi o dal desiderio di prestigio.

La Luce nella Clinica di un Dentista

Essendo un uomo sposato con molte responsabilità, le mie sofferenze erano di vario genere, ma questo non faceva altro che aumentare il mio forte desiderio di trovare la Verità, che istintivamente sapevo mi avrebbe liberato per sempre. In quel periodo, nel giugno del 2002, un problema alla radice di un dente mi portò da un dentista devoto dell’ISKCON, dottor Nitya Krsna Dasa, a Sion, un sobborgo di Munbai. In questa clinica vidi per la prima volta le riviste di Back to Godhead. Aspettando il mio turno, mi assorbii nella lettura di queste pubblicazioni. Nella mia tormentata ricerca della Verità avevo letto molti libri e riviste spirituali, ma in queste riviste, i cui articoli erano eruditi e nello stesso tempo semplici, trovai un fascino unico. Il loro approccio era gradevole e parlava direttamente al mio cuore da un livello diverso. I contenuti erano solo una celebrazione della realtà spirituale e trattavano senza difficoltà delle sofferenze materiali e della loro soluzione. La mia anima ebbe un collegamento immediato. L’atmosfera spirituale della clinica completò l’effetto. Le visite successive rafforzarono la mia attrazione per la clinica e durante l’ultima visita chiesi a quel bravo dentista come potevo abbonarmi alla rivista.
Subito dopo, una domenica pomeriggio, il dottor Nitya Krsna Dasa mi portò in macchina al tempio ISKCON di Radha-Gopinatha a Chowpatty. Quella sera m’iscrissi ad un corso di Bhagavad-gita organizzato dal tempio e tenuto da Radha-Gopinatha Dasa. La mia conoscenza libresca e la mia formazione da Mayavadi mi disturbarono per un po’, ma la perfezione e la bellezza di ciò che ascoltavo furono ovvie fin da principio e l’amore e la compassione dell’oratore, insieme con il buon prasadam alla fine di ogni lezione, mi convinsero subito. Il concetto di Dio personale, che da bambino avevo accarezzato nel mio cuore (anche se gli dei erano molti) e in seguito avevo rifiutato perché non scientifico, sentimentale e infantile, Radha-Gopinatha Dasa Lo presentò di nuovo in modo così bello e convincente che mentre ascoltavo piansi senza potermi controllare. Egli rispose facilmente ed esaurientemente a quelle domande tipiche dei Mayavadi a cui pensavo non si potesse rispondere. Per esempio, se io fossi Dio e temporaneamente nell’illusione, allora ciò significherebbe che l’illusione è più grande di Dio. Come potrebbe Dio cadere nell’illusione? Se dovevo affrontare delle pratiche per liberarmi dall’illusione, come potevo essere Dio, perché Dio, essendo il controllore supremo, non ha bisogno di ricorrere a delle pratiche; Egli potrebbe uscire dall’illusione in qualsiasi momento. Se questa esistenza illusoria era il mio passatempo, allora perché soffrivo durante questo divertimento e perché volevo uscirne? Queste domande mi convinsero che Dio è una persona.


Cambiamenti di Vita

Durante la settimana mia moglie iniziò a partecipare alle lezioni. Non so come i miei incarichi ufficiali mi permettessero di essere in orario al tempio per tutta la settimana. Sogni di grande potenza simbolica con profondi messaggi mi tenevano in uno stato di sogno anche durante il giorno. Ero così preso che nella stessa settimana guardai pochissimo la televisione e lessi tutta la Bhagavad-gita Così Com’è. Poco dopo mia moglie ed io cominciammo a cantare sedici giri del maha-mantra sulle nostre corone. Adempiere ai principi regolatori – non mangiare carne, non fare sesso illecito, non prendere intossicanti e non giocare d’azzardo – non fu mai un problema perché il metodo della coscienza di Krsna e la compagnia dei Vaisnava compensava abbondantemente le piccole austerità.
Nitya Krsna Dasa divenne il nostro counselor e iniziammo a partecipare agli incontri settimanali di counseling. Il martedì cominciammo anche frequentare il programma settimanale di Bhagavad-gita a Sion e avemmo la straordinaria compagnia di Muralidhara Dasa e di altri Vaisnava, la cui misericordia e il cui entusiasmo ebbero un effetto importante su tutti e due. Vamsidhara Dasa e sua moglie, Jahnavapriya Devi, trascorsero molte ore a discutere con noi gli aspetti pratici della coscienza di Krsna, rafforzando la nostra fede e la nostra determinazione. Di tanto in tanto ci rivolgevamo al nostro counselor anche per problemi personali che non avevano diretta relazione con la coscienza di Krsna ed egli con molta misericordia ci guidava sulla giusta via. In ottobre andai in pellegrinaggio a Vrindavana. L’intima compagnia dei Vaisnava mi trasformò. Alzarsi alle tre del mattino dopo aver dormito solo quattro ore, fare una doccia fredda e camminare a piedi nudi nel buio per recarsi al mangala-arati al Samadhi di Srila Prabhupada – non furono austerità, ma esperienze estatiche.


La Partenza da Mumbai

La mia permanenza a Mumbai durò fino al dicembre del 2003, quando ottenni una promozione. Questo però fu un riconoscimento di cui non potei godere perché significava lasciare Mumbai. Nonostante il lavoro di responsabilità le pressione e le tensioni familiari durante quei diciotto mesi trascorsi a Mumbai, ricordo chiaramente anche oggi che in quel periodo ho sperimentato la più grande felicità di tutta la mia vita. Grazie all’infinita misericordia dei Vaisnava, anche dopo essere partito da Mumbai sono rimasto in contatto con i devoti, che hanno protetto la piantina nascente della mia devozione. Per la stessa misericordia, ora sono tornato a Mumbai e abito vicino al tempio.
Avendo vagato attraverso molti movimenti spirituali per soddisfare la mia ricerca di risposte definitive sulla realtà suprema, ora mi rendo conto del perché quella ricerca fosse fallita. Le speculazioni mentali dei “filosofi da poltrona” non possono mai soddisfare l’anima. Apparentemente tutte le domande sorgono a livello mentale, ma è l’anima che le stimola per ottenere nuovamente la felicità intrinseca che ha perduto.
I guru che non rivelano questa verità ma si limitano ad assecondare il capriccio di creare continue domande e di risolverle, in realtà non hanno capito il problema perciò non riescono a soddisfare né i seguaci né se stessi e anche se lo fanno la soluzione è temporanea e inevitabilmente sorgeranno nuovi dubbi.


Fondato sull’Autorità Spirituale

A differenza di movimenti spirituali popolari i cui fondatori usano le Scritture solo per trarne una legittimazione, ma non hanno una completa fiducia in esse preferendo diffondere le proprie speculazioni mentali, L’ISKCON segue il metodo raccomandato dalle Scritture di accettare l’autorità del guru, dei sadhu e degli sastra – cioè il proprio guru, i guru precedenti della linea Vaisnava e le Scritture vediche. Il guru autentico è un intermediario trasparente della misericordia di Dio e continua il sistema della parampara, la linea dei maestri spirituali, che risale fino a Krsna Stesso. Il guru autentico non devia mai dagli sastra e ripete umilmente quello che ha imparato dal suo maestro spirituale. Krsna è il fondatore della parampara e il collegamento dei devoti con questo sistema attraverso il maestro spirituale è la chiave d’accesso alla misericordia di Krsna.
I filosofi Mayavadi accettano senza discutere che l’esistenza individuale è irreale e anche piena di sofferenza e vedono una soluzione solo nel commettere suicidio spirituale fondendosi con l’Assoluto. Non riescono ad immaginare che l’anima possa essere pienamente soddisfatta ed eternamente felice, senza ostacoli, in una reciprocazione d’amore con il Signore. I loro seguaci si stancano subito di questa arida speculazione senza fine. Poiché le loro anime cercano una felicità sempre nuova, i loro guru devono inventarsi molti metodi ingannevoli per trattenerli, offrendo loro una certa varietà.
Dopo aver cercato ovunque delle risposte, finalmente trovo la pace e la felicità, che ora regnano nel mio cuore, e la certezza di aver trovato la verità suprema. I miei due figli, che hanno assistito alla mia continua ricerca attraverso gli anni, talvolta mi deridono dicendo che cambierò guru un’altra volta. Ora però sanno che questa volta è diverso e ne sono felici.


Auspici Incredibili

Negli ultimi anni io e quelli vicini a me abbiamo ricevuto delle benedizioni incredibili. I miei genitori, che avevano quasi ottanta anni, erano con me a Mumbai. Qualche volta li portavo al tempio. Dopo essere stati in compagnia dei Vaisnava cominciarono a cantare regolarmente sedici giri. Mio padre arrivò a cantarne ottanta. Entrambi hanno mantenuto questo impegno fino al loro trapasso avvenuto un anno fa. I miei suoceri e un mio cognato cantano sedici giri. I miei fratelli e le mie sorelle sono stati fortemente influenzati ad impegnarsi seriamente nella vita spirituale, Anche nel mio posto di lavoro i colleghi si sono mostrati entusiasti d’imparare la filosofia e la pratica della coscienza di Krsna. Sono rimasti colpiti dalla profondità del mio percorso spirituale e dalla serietà con cui lo seguo. Apprezzano come un’autentica alternativa il fatto che la filosofia della coscienza di Krsna sappia dare risposte semplici e tuttavia profonde e pratiche ai complessi problemi del mondo materiali.
A Ludhiana e a Vijayawada, dove fui mandato per un breve periodo, aiutai un gruppo di devoti a distribuire i libri sulla coscienza di Krsna. A Jalandhar organizzai un programma pubblico molto frequentato per presentare la coscienza di Krsna a industriali e a cittadini importanti.
Organizzai anche un corso di cinque giorni della Bhagavad-gita per gli impiegati dell’ufficio di zona di Vijayawada ed essi apprezzarono moltissimo l’iniziativa. A Vijayawada organizzai un gruppo di studio sulla Bhagavad-gita che si riunì nella mia abitazione una sera alla settimana per la durata di un anno.
Sono eternamente grato al dottor Nitya Krsna Dasa e a sua moglie, Vraja Lila Devi, per avermi portato a questo meraviglioso movimento del sankirtana di Sri Caitanya Mahaprabhu. Esso è il metodo prescritto per liberare le anime dall’influenza negativa del Kali-yuga, l’era attuale. Ma senza la loro compassione mi sarei perduto tra un numero infinito di anime sofferenti che cercano invano la redenzione dal fuoco dell’esistenza materiale prendendo rifugio nella gratificazione dei sensi e nella speculazione mentale, che è come cercare l’acqua in un deserto.
Offrendo i miei omaggi ai piedi di loto di tutti i Vaisnava e del mio maestro spirituale prego di rimanere eternamente grato alla misericordia che hanno riversato su di me e m’impegno a ripagare il mio debito cercando sempre di portare altre anime condizionate a prendere rifugio nel Movimento per la Coscienza di Krsna.


SRILA PRABHUPADA PARLA CHIARO
Non vi è Alcun Piacere Spirituale nel Fondersi

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, uno dei suoi discepoli e un avvocato è avvenuta nell’’agosto del 1976 durante una passeggiata mattutina e Hyderabad in india.

Srila Prabhupada: Oggi quasi tutti sono nell’ignoranza. Na te viduh svartha-gatim hi visnum [Bhafavatam 7.5.31]: non sanno che lo scopo della vita è conoscere Visnu o Krsna. A causa dell’ignoranza accettano questo mondo materiale come se fosse tutto, ma dimenticano i problemi della nascita e della morte. Questi sono i veri problemi. Fanno dei progetti per risolvere molti problemi, ma non hanno alcun progetto per questo tipo di problemi.
Avvocato: Allora per noi è possibile sconfiggere la morte?
Srila Prabhupada: Oh, sì – diventando pienamente coscienti di Krsna.
Avvocato: E in quel caso non ci sarebbero né morte né rinascita?
Srila Prabhupada: Sì. Tu sei eterno e la tua casa originale è nel mondo spirituale, ma per karma sei stato messo in questo mondo materiale. Allora devi lottare come un pesce fuori dall’acqua. Se in un modo o nell’altro il pesce viene tolto dall’acqua e messo sulla terra, la sua vita è solo una lotta, ma se viene rimesso nell’acqua, la sua vita torna alla sua condizione naturale.
Avvocato: Allora la condizione naturale per noi è tornare da Dio?
Srila Prabhupada: Sì.
Avvocato: E’ un mistero però capire perché dalla vita divina siamo venuti in questo tipo di vita.
Srila Prabhupada: Qual è il mistero? E’ un mistero che una persona venga portata in un tribunale penale? Qual è il mistero?
Discepolo: E’ semplicemente il nostro karma.
Avvocato: Ma ci deve essere un punto di partenza.
Srila Prabhupada: Qual è il punto di partenza di un criminale? Egli vuole violare la legge, commette il suo primo crimine e diventa un criminale. Tu sei un gentiluomo, ma puoi anche diventare un criminale se vuoi. Dipende da te. Se violi la legge, diventi un criminale. Se non la violi, rimani nella tua posizione rispettosa della legge.
Nello stesso modo, non appena sfidi Dio cercando di diventare indipendente, attivi il tuo karma e vieni immediatamente nel mondo materiale.
E quando ti arrenderai nuovamente a Dio, fermerai il tuo karma. Perciò fermare o attivare il tuo karma è nelle tue mani. Sei tu che dai inizio alla tua vita nel mondo materiale e sei sempre tu che puoi fermarla.
Avvocato: Ma se una volta l’anima era quella di un gentiluomo…?
Srila Prabhupada: L’anima è eternamente un gentiluomo.
Avvocato: Ahh, ma è l’anima che nasce come un animale o anche come un gentiluomo.
Srila Prabhupada: Si. Per natura è un gentiluomo, ma con mezzi artificiali diventa un criminale.
Avvocato: Ma supponi di ottenere moksa [la liberazione]. E’ la stessa cosa che tornare nel mondo spirituale?
Srila Prabhupada: Ci sono due tipi di moksa. Nel primo caso si cerca di rimanere nella radiosità impersonale del Brahman, ma non si può rimanervi eternamente. La radiosità del Brahman è come il cielo. Puoi andare su nel cielo, ma non puoi rimanervi. Se non trovi un rifugio, devi tornare giù. Sei un essere vivente e vuoi godere, ma quale piacere troverai nel cielo? Hai bisogno di compagnia, di amici, d’amore – di tutto, ma niente di ciò si trova nella radiosità del Brahman.
Perciò la moksa degli impersonalisti è temporanea in quanto, sebbene pensino che fondendosi nella radiosità del Brahman saranno felici, non potranno trovarvi la felicità. Nel mio posto di lavoro i colleghi si sono mostrati entusiasti d’imparare la filosofia e la pratica della coscienza di Krsna.
[Bhagavatam 10.2.32]: sebbene possano raggiungere la radiosità del Brahman impersonale, poiché non vi è ananda [piacere spirituale] cadono di nuovo per cercare piacere nel mondo materiale. Per natura l’essere vivente cerca il piacere nel mondo materiale. Per natura l’essere vivente cerca il piacere (ananda-mayo ‘bhyasat), ma nella radiosità del Brahmana non c’è alcuna forma di ananda.
Avvocato: Ma fondersi nel Brahman non è di per se stesso ananda?
Srila Prabhupada: No, E’ esistenza eterna, ma non ananda. Puoi rimanere eternamente senza piacere? No, perciò devi ritornare giù in questo mondo materiale, perché qui c’è qualcosa di simile ad ananda, sebbene il piacere sia temporaneo. Quindi a meno che tu non vada da Dio e danzi con Lui, dovrai tornare in questo mondo. Gli impersonalisti non possono però accettare che Dio sia una persona e che non debba soffrire per la nascita e la morte come loro. Poiché hanno vissuto una pessima esperienza come persona qui, pensano che l’Assoluto, per essere perfetto, debba essere impersonale. Essi sono madha, sciocchi, non sono intelligenti.
Avvocato: Ma qual è il livello in cui l’atma (l’anima? Si fonde con il paramatma (l’Anima Suprema)?
Srila Prabhupada: Non puoi fonderti. Puoi solo immaginare di fonderti. Puoi entrare nell’atmosfera spirituale, ma senza ananda non puoi rimanerci. Perciò devi tornare in questo mondo materiale. Supponi di essere messo in un luogo dove non puoi svolgere la professione di legale. Per quanto tempo ci rimarrai? Se ti dico: “Per piacere rimani qui felice senza fare l’avvocato,” per quanto tempo potresti restarci? Tu vuoi la tua attività, vuoi provare piacere. Questa è la tua natura.
Così, qui nel mondo materiale stiamo tutti cercando il piacere, ma questo piacere è temporaneo. Non può soddisfarci. Allora, disgustati, vogliamo uscire da questa vita materiale e fonderci nel Brahman, ma anche quella vita è temporanea. Finché non torni a casa, a casa da Dio, non trovi un’esistenza completamente soddisfacente. Perciò Krsna viene e con le Sue attività spirituali mostra come godere la vera ananda. Egli gioca con i giovani mandriani, danza con le gopi, uccide i demoni – compie moltissime attività. Questa è ananda. Hai letto il nostro Libro di Krsna? (Il Libro di Krsna: Riassunto di Srila Prabhupada del Decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam). Qui le attività di Krsna sono descritte dettagliatamente. Cerchiamo di dare alle persone la vera conoscenza che proviene dagli sastra (le Scritture). Ora tocca a loro trarne vantaggio.



CALENDARIO

Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte della vostra area collegatevi al sito www.krishna.com/calendar. Poiché il Movimento Hre Krsna si basa sulla linea di maestri che discende da Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri spirituale della Sua successione.


19 Aprile – 17 Maggio
(Mese di Madhusudana)

MAGGIO
3- Anniversario dell’apparizione di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.

6- Inizio del Candana Yatra, il festival durante il quale si spalmano le Divinità del tempio con polpa di sandalo per ventuno giorni.

12- Anniversario dell’apparizione di Srimati Sita Devi, la consorte di Sri Ramacandra. Anniversario dell’Apparizione di Srimati Jahnava Devi, la consorte di Sri Nityananda Prabhu. Anniversario della scomparsa di Srila Madhu Pandita, grande devoto di Sri Caitanya.

14 – Trisprsa Maha-Dvadasi
Digiuno di cereali e legumi per Mohini Ekadasi.
(Rompere il digiuno 5:50-10:44) Rukmini Dvadasi, anniversario dell’apparizione di Srimati Rukmini Devi, la consorte di Krsna nella forma di Dvarakadhisa, il Signore di Dvaraka.

15- Anniversario della scomparsa di Srila Jayananda Prabhu, un dedicato discepolo di Srila Prabhupada che lo aiutò a portare il festival del Rathayatra nel mondo Occidentale.

16- Nrisimha Caturdasi, anniversario dell’apparizione di Sri Nrsimhadeva, l’incarnazione mezzo uomo e mezzo leone di Krsna. Digiuno fino al crepuscolo, seguito da una festa di prasada.

17- Anniversario dell’apparizione di Srila Srinivasa Acarya, uno dei seguaci dei sei Osvami. Anniversario dell’apparizione di Srila Madhavendra Puri, il maestro spirituale del maestro spirituale di Sri Caitanya (Isvara Puri).

18 Maggio – 15 Giugno
(Mese di Trivikrama)

22- Anniversario della scomparsa di Srila Ramananda Raya, intimo compagno di Sri Caitanya.

28- Apara Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5:38 – 10:47)

29- Anniversario dell’apparizione di Srila Vrndavana Dasa Thakura, l’autore della Sri Caitanya-Bhagavata, una biografia di Sri Caitanya.

GIUGNO

11- Anniversario della scomparsa di Srila Baladeva Vidyabhusana un preminente maestro spirituale della Gaudiya Vaisnava sampradaya (successione di maestri) e l’autore del Govinda-bhasya, importante commentario sul Vedanta-sutra. Anniversario dell’apparizione di Srimati Gangamata Gosvamini, preminente maestro spirituale donna nella Gaudiya Vaisnava sampradaya.

12- Pandava Nirjala Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5:32-10:40)

16 Giugno-15 Luglio
(Mese di Vamana)

16-Scomparsa di Syamananda Pandita, uno dei principali seguaci dei sei Gosvami di Vrndavana.

25- Anniversario della scomparsa di Sri Srivasa Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.

27- Yogini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi
(Rompere il digiuno 5:32-10:40)

LUGLIO

1- Anniversario della scomparsa di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya. Anche, anniversario della scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura. Digiuno fino a mezzogiorno, quindi festa di prasada.

2- Giundica-marjana: festival della pulizia del tempio di Gundicha a Jagannatha Puri, India.

3- Festival del Ratha-yatra di Sri Jagannatha a Jagannatha Puri. Anniversario della scomparsa di Srila Svarupa Damodara e Srila Sivananda Sena, intimi compagni di Sri Caitanya.

11- Sayana Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5:43-10:48)




SOLO PER ABBRACCIARE UN ALBERO
Un unico albero di New York City ispira un giovane studente di medicina indiano a fare un viaggio negli USA.
di Yugavatara Dasa


Quando studiavo medicina, come succede a molti indiani, ebbi il desiderio di visitare gli USA, per vedere un altro aspetto di questo mondo. I devoti dell’ISKCON erano soliti venire al pensionato per giovani dove allora risiedevo. Un giorno ci mostrarono un opuscolo informativo sui vari templi ISKCON negli USA. L’opuscolo citava due luoghi di New York City che mi affascinarono: il primo tempio di Prabhupada nel vecchio negozio “Matchless Gifts” al numero 26 della Seconda Avenue e il vicino Tompkins Square Park, dove Prabhupada sedeva sotto un albero per cantare il santo nome con gli hippy che gli danzavano intorno. Avevo sentito dire che questo albero si trova ancora l’ì e si chiama Hare Krishna Tree (si veda l’inserto, per favore). Decisi che dovevo vedere questi luoghi dove Srila Prabhupada aveva dato inizio all’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

Preparandomi per il Viaggio

Mentre mi preparavo per il mio primo viaggio negli USA, cominciai a rendermi conto della grandezza spirituale di Srila Prabhupada. Il solo pensiero di andare in un Paese straniero mi rendeva molto ansioso, nonostante avessi abbastanza denaro e dei parenti negli USA che potevano prendersi cura di me. Srila Prabhupada non aveva né denaro né alcun contatto, ma, grazie alla fede nel suo guru e in Krsna, non era in ansia. In India non c’era nessuno a salutarlo quando partì, ma egli aveva fede che Krsna era con lui. Io, pur avendo una squadra di parenti che mi accompagnarono all’aeroporto, mi sentivo solo a causa della mia dimenticanza dell’Anima Suprema. Prima di partire chiamai mia cugina Gintajali del New Jersey, che fa parte della congregazione dell’ISKCON. Quando le disse che volevo visitare New York ella pensò che avessi il desiderio di vedere la Statua della Libertà e l’Empire State Building, ma io provavo più interesse per il Tompkins Square Park che per Times Square. Lei disse di aver letto del parco nei libri dell’ISKCON ma di non esserci mai stata. Attraverso Internet si mise in contatto con i devoti di New York per avere l’esatta ubicazione.

Al Parco

Quando giunsi a New York Gitanjali ed io prima di tutto prendemmo il darsana di Sri Sri Radha-Govinda nel tempio ISKCON di Brooklyn e poi proseguimmo per Manhattan. Quando arrivammo, il centro ISKCON al numero 26 della Seconda Avenue era chiuso, perciò sbirciammo dalla vetrina per dare un’occhiata ai primi giorni dell’ISKCON. Questo fu il primo tempio Hare Krsna e anche oggi vi si tengono conferenze.
Da lì ci dirigemmo verso il Tompkins Square Park e chiedemmo a una persona quale fosse l’albero, Indicandocelo egli disse che molti Hare Krsna vengono qui ad adorarlo.
L’albero appartiene a una specie rara e il governo lo ha tutelato. In ricordo del fenomeno esplosivo Hare Krsna che iniziò sotto questo albero, esso è stato identificato come l’albero degli Hare Krishna.

Un Abbraccio all’Albero

Appena vidi l’albero gli offrii i miei omaggi da lontano e poi corsi ad abbracciarlo – probabilmente con la stessa intensità con cui i devoti abbracciano l’albero neem allo Yoga Pitha (il luogo di nascita di Sri Caitanya) o l’albero Siddha Bakula a Jagannath Puri sotto cui cantava il Namacarya Haridasa Thakura. Sì questo albero a Tompkins Square Park ha la stessa importanza. Come Sri Caitanya nacque sotto l’albero neem, l’ISKCON nacque sotto questo albero Hare Krshna.
Quando abbracciai l’albero, dimentico delle persone che si trovavano nel parco, pregai con intensità: “O albero Hare Krishna, hai assistito al miracolo della trasformazione degli hippy in persone felici. Hai visto Srila Prabhupada che cantava il santo nome, cosa che la maggior parte di non ha visto. O albero, se Srila Prabhupada verrà nuovamente a cantare qui in un futuro Kali-yuga, non m’importerà di essere nato hippy perché avrò l’opportunità di assistere all’esplosione del movimento Hare Krsna.”
Alcune persone nel parco non capivano perché mia cugina ed io abbracciassimo l’albero ripetutamente. Il parco per noi è un luogo sacro. Lo Srimad-Bhagavatam afferma che il puro devoto è un luogo sacro personificato. Qualunque luogo in egli vada, diventa un luogo sacro. Perciò questi sono i nostri luoghi sacri moderni – i templi costruiti da Srila Prabhupada e tutti i luoghi dove egli ha vissuto e predicato.
Quando stavo per salire a bordo del mio volo per tornare in India, chiamai mia cugina per ringraziarla. Le dissi che, nonostante non avessi mai visto né ascoltato Srila Prabhupada di persona, avevo visto e ascoltato i suoi discepoli. Ora posso proclamare orgogliosamente di aver visto anche l’albero che vide e ascoltò Srila Prabhupada.
Tygavatara Dasa (Yugavatara Jayprakash Bhosale) è un professore associato di anatomia al Seth G. S. Medical College e all’ospedale KEM di Mumbai. E’ discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami e fa servizio come consigliere all’ISKCON di Chowpatty.


Questo testo appare su una targa affissa all’albero sotto cui Prabhupada tenne il suo primo kirtana in occidente.
L’Albero Hare Krishna

UNO DEGLI ASPETTI più importanti di Tompkins Square Park è quello che si tratta del luogo di raccolta di venerabili olmi americani (Ulmus americana). Un olmo in particolare, situato vicino a una disposizione circolare di panchine al centro del parco, è importante per i seguaci della religione Hare Krishna. Dopo essere venuto negli Stati Uniti nel settembre del 1965, A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977), il leader spirituale indiano, fondò a New York l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Egli svolgeva la propria attività in un negozio sulla vicina Second Avenue, che usava come quartiere generale americano dell’Associazione. Prabhupada e i suoi discepoli si riunirono a Tompkins Square Park nell’autunno del 1966 per presentare all’East Village lo speciale mantra composto da sedici parole proprio del gruppo:
Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

Il 9 ottobre del 1966 Prabhupada e I suoi seguaci si sedettero sotto questo albero e tennero la prima esibizione esterna di canto fuori dall’India. I partecipanti cantarono per due ore danzando, suonando i cembali, i tamburi e altri strumenti a percussione; questo evento è conosciuto come il momento della fondazione della religione Hare Krishna negli Stati Uniti. Di questo particolare gruppo di Prabhupada quel giorno faceva parte anche il poeta beat Allen Ginsberg (1926-1997). I seguaci di Krishna continuano a visitare questo albero riconoscendone l’importanza.
(Il testo continua con l’aggiunta di altre notizie sugli olmi americani.)



I VERI EROI di Suvarna Radhika Devi Dasi

Un coppia molto famosa di Hollywood si divide. Ne seguono trattative finanziarie, la divisione delle proprietà e perfino la divisione dei figli in un’esibizione impudente di egoismo e infedeltà. Il numero dei loro fan aumenta. Un cantante viene trovato morto per overdose e diventa un fenomeno di cult ancora più grande. Un attore investe due persone mentre guida a tutta velocità in stato d’ebbrezza. La gente continua ad amarlo.
Sfortunatamente, oggi è diventata una norma adorare le celebrità.
La pubblicità dei media porta la società a idolatrare uomini e donne occupati in certe professioni. Queste persone sono così immerse nella gratificazione dei sensi e così coperte dall’energia illusoria del Signore che da un punto di vista spirituale spesso rappresentano tutto ciò che un essere umano non dovrebbe essere. Questa situazione mi ha portato a pensare all’adorazione degli eroi e dell’eroe. Tendiamo ad adorare come eroi le persone che percepiamo essere migliori di noi. Desideriamo acquisire le qualità dei nostri eroi per migliorarci. Guardiamo a loro anche per trarne ispirazione quando nella vita affrontiamo situazioni complicate o quando non siamo sicuri su come comportarci, perché ci sembra che siano più esperti di noi e che imitandoli troveremo la felicità. Per la maggior parte del tempo tendiamo a ricercare la popolarità, la ricchezza, la bellezza, la conoscenza e la forza. Perciò cerchiamo di assorbire le qualità delle persone che la posseggono ritenendo che agendo così anche noi le acquisiremo e saremo felici. Se però osserviamo con attenzione la vita dei nostri eroi, vediamo che la maggior parte di essi non sono felici. Lottano con i problemi che sorgono dalla mancanza di controllo dei sensi, come l’alcolismo e l’abuso di sostanze stupefacenti, e da relazioni fallite. Non sanno gestire l’opulenza che hanno. Inoltre, poiché in questo mondo tutto è temporaneo, i nostri eroi si sentono frustrati quando perdono la loro opulenza. Queste persone non sono adatte ad essere i nostri eroi perché, seguendo il loro esempio, non troveremo mai la vera felicità.

Eroi Divini

Allora chi è un vero eroe? Le Scritture vediche danno una risposta interessante: il perfetto servitore di Dio. I Veda descrivono Dio come la Persona Suprema che possiede completamente sei tipi di opulenza: la bellezza, la forza, la ricchezza, la fama, la conoscenza e la rinuncia.
Queste Scritture dicono che la nostra vera felicità risiede nella nostra connessione con Dio. Possiamo trovare la felicità servendo il nostro Padre Supremo e non acquisendo un’opulenza temporanea.
Quando comprendiamo questo punto e desideriamo essere servitori ideali di Dio, automaticamente ci rivolgiamo a questi servitori perfetti identificandoli come i nostri veri eroi, I servitori perfetti di Dio si sono arresi completamente a Lui, sapendo di non essere i controllori supremi, ma semplicemente i Suoi strumenti. Essi conducono la loro vita seguendo Scritture come al Bhagavad, gita e compiendo tutti i loro doveri come un’offerta a Dio. Essi usano i propri talenti e le proprie qualità al Suo servizio. Invece di cercare la felicità per mezzo di oggetti esterni, materiali, la trovano in tutte le cose che sono in relazione con Dio ottenendo così la pace interiore. In essi appaiono automaticamente tutte le virtù mentre avanzano sul sentiero per tornare da Krsna.
Prendiamo in considerazione l’esempio di Prahlada Maharaja. Egli era il figlio di Hiranyakasipu, uno dei più potenti demoni apparsi sulla Terra. Eppure, alla tenera età di cinque anni, Prahlada ebbe il coraggio e la fede per andare contro la sua famiglia di demoni e adorare Sri Krsna. Egli rimase sereno in tutte le situazione pericolose che suo padre orchestrò per lui, perché sapeva che Krsna è il controllore supremo e che tutto succede solo per Suo volere. Per proteggere Prahlada, Sri Krsna discese nella forma di Nrisimgadeva, l’incarnazione mezzo uomo e mezzo leone, e compì il Suo divertimento divino di liberare la Terra dal demone Hiranyakasipu, che possedeva una grande opulenza, ma ne risultò che il vero eroe era Prahlada. Innumerevoli sono questi veri eroi apparsi sul pianeta Terra. La società ha bisogno di loro affinché le persone possano imparare a dare un significato alla loro vita. I veri eroi spirano le persone a praticare la scienza della coscienza di Dio e a sviluppare le loro qualità positive per ottenere la felicità eterna.

Esempi illustri

Purtroppo, l’influenza del Kali-yuga, l’era attuale, corrompe tutte le cose di qualità. Secondo la letteratura vedica, nei tempi antichi i capi della società possedevano una grande saggezza spirituale. I leader di oggi sono tutti miniature di Hiranyakasipu che s’impegnano sfacciatamente nella pubblica glorificazione di se stessi. Al contrario, il re vedico Yudhisthira era così umile da dire che non riusciva a trovare nessuno meno qualificato di se stesso. Il re Sibi era pronto a tagliare la propria carne per nutrire un falco e proteggere così un piccione da lui inseguito. Sono l’opposto di lui gli eroi di oggi, non sono soddisfatti neanche dopo aver sfruttato i deboli e i derelitti che sono sotto la loro protezione. Il re Bharata governava la Terra, ma lasciò tutto per raggiungere la propria realizzazione. Sono in contrasto con lui gli eroi di oggi, che si aggrappano al potere e alla fama per molto tempo dopo che i loro successo si è esaurito.
Mi rivolgo con animo grato a Srila Prabhupada, un vero eroe dei tempi moderni. Egli ci ha dato la saggezza vedica con la sua visione dell’eroismo e ci ha rivelato il cammino per diventare eroi noi stessi. Per la Sua divina grazia, ora il movimento per la coscienza di Krsna ha molti eroi che illuminano la società nel buio di quest’era. Seguendo questi veri eroi, alla fine si può raggiungere l’eroe supremo: Sri Krsna.

Suvarna Radhuka Devi Dasi ha ventidue anni, è laureata in ingegneria del software e lavora per una compagnia multinazionale a Pune del Maharasthra in India. E’ stata cresciuta nella coscienza di Krsna ed è impegnata in vari servizi come scrivere e insegnare la coscienza di Krsna ai bambini.



MADRE TERRA
Detentrice e Dispensatrice di Ricchezza
Una vita che ci permette di riunirci a madre Terra e di offrire i suoi prodotti a Krsna favorisce la nostra crescita spirituale.
Di Visakha Devi Dasi

Srila Prabhupada scrive: “Tutto ciò che viene preso dalla Terra – dalle miniere, dalla superficie del globo o dall’atmosfere – dovrebbe essere sempre considerato proprietà di Dio, la Persona Suprema, e usato per Yajna, Sri Visnu. Non appena lo svolgimento degli yajna (i sacrifici) si fermerà, la Terra cesserà ogni tipo di produzione – verdure, alberi, piante, frutti, fiori, altri prodotti agricoli e i minerali Com’è confermato nella Bhagavad-gita il metodo degli yajna fu istituito fin dall’inizio della creazione. Con il compimento regolare degli yajna, con un’equa distribuzione della ricchezza e la limitazione della gratificazione dei sensi, il mondo intero diventerà pacifico e prospero.” (Srimad-Bhagavatam 4.18.13, Spiegazione)

Una Bella Energia

Il pianeta Terra con la sua atmosfera comprende tutte le cinque energie materiali di Krsna, gli elementi primari; terra, acqua, fuoco, aria ed etere (spazio). E’ un bene inestimabile che ci è stato dato da Krsna.
Madre Terra deve essere onorata come una manifestazione delle energie di Dio e come Krsna è bello così anche la Terra lo è per natura.
Come devoti che vivono in comunità agricole fondate sotto la guida di Srila Prabhupada, è nostro compito e nostro piacere servire la Terra per mantenerla non solo bella, ma anche sana, protetta e produttiva. Con questa finalità, a Saranagati Village, nella Columbia Britannica – dove la mia famiglia ed io viviamo – un buon numero di noi ha un orto. Quando ho preparato il mio, sono stata obbligata a pulire e livellare il suolo, per dare al nostro piccolo pezzo una bellezza domestica (opposta a quella selvaggia) e ho messo una recinzione per proteggerlo. Il mio orto, anche se modesto, mi dà equilibrio, mi tiene a contatto con la terra e per empatia con le sue strane vicende mi fa ricordare la mia vulnerabilità. Esso tiene me e la mia famiglia nel circuito dell’ecologico: in casa nostra non gettiamo nella spazzatura niente che sia organico – tutto va nel mucchio del compost insieme con il concime e poi nell’orto, dove ne ricaviamo una terra scura, friabile e ricca.
Un ulteriore inatteso beneficio di questo orto è il piacere indicibile che ricevi amo anche solo guardando e nostre verdure rigogliose e i nostri alberi da frutto dalle finestre del nostro soggiorno e della sala da pranzo – in primavera, completamente carichi di fiori bianche sembrano ricoperti dalla neve. C’è una certa dignità, una certa ineffabile rettitudine in questa visione e nelle radici che abbiamo messo in questo remoto angolo della Terra.
Quando faccio visita ai miei amici in città e vedo che gettano nella spazzatura gli avanzi organici – foglie, bucce di frutta, parti delle verdure – sento un forte desiderio di raccogliere tutto e mandarlo a Saranagati. Intanto, quello che mangiano i miei amici di città spesso è coltivato da agricoltori molto lontani che usano dei fertilizzanti chimici dannosi invece che concime organico estratto dalla spazzatura. In questo scenario si cela una pericolosa anomalia.


Soddisfare Madre Terra

Sia in città che in campagna possiamo tuttavia onorare Madre Terra comprendendo il sistema naturale che il suo creatore, Krsna, ha stabilito per il suo benessere e la sua bellezza. Quando lo facciamo e con amore e con devozione offriamo il suo raccolto a Krsna. Egli è compiaciuto e anche Madre Terra lo è. Srila Prabhupada scrive: “Per volontà di Dio tutto ciò che è necessario alla sussistenza dell’uomo si trova a sufficienza nella natura e possiamo fare un giusto uso delle cose per vivere comodamente senza ostilità tra uomo e uomo, tra uomo e animali o tra uomo e natura. Il Signore controlla tutto e se il Signore è contento ogni parte della natura lo sarà.” (Srimad-Bhagavatam 1.10.5 Spiegazione)
I nostri corpi e quelli di tutti gli esseri viventi sono generati dalla terra, sono trasformazioni della terra che hanno nomi diversi in base a queste trasformazioni e alla fine ritornano alla terra sotto forma di polvere. I nostri corpi e la vegetazione sul corpo della Terra sono in intima relazione: le verdure, i frutti e i cereali – usati sia come cibo sia come medicine – forniti dalla Terra nutrono uomini e animali. Quindi il benessere della Terra e il nostro sono inseparabili, Se la nostra mentalità non è sana e manchiamo di rispetto alla Terra la inquineremo e questo inquinamento ci danneggerà fisicamente.
Continuando sul tema che se il Signore è soddisfatto Io è anche ogni parte della natura, Srila Prabhupada scrive:

I fiumi scorrono gonfi d‘acqua per fertilizzare le terre; gli oceani forniscono generosamente sostanze minerali, perle e pietre preziose; le foreste producono in abbondanza piante medicinali e commestibili e il ciclo delle stagioni fa crescere frutti a profusione e fa sbocciare molteplici varietà di fiori.
Il modo di vita artificiale che lo sviluppo delle industrie ha comportato non può condurre che a una felicità illusoria e sempre riservata a un gruppo molto ristretto a spese di milioni d’individui.
Poiché l’energia della massa degli uomini è canalizzata nello sviluppo industriale, la produzione dei beni naturali risulta frenata, con grande infelicità della gente. Senza un’educazione appropriata, la maggior parte degli uomini cammina sulle tracce di dirigenti avidi e partecipa allo sfruttamento egoista delle riserve naturali: da ciò deriva una viva competizione tra individui e tra nazioni – Srimad-Bhagavatam 1.10.5 Spiegazione


Fare un Cattivo Uso della Terra

Poiché le mandrie (il cosiddetto “bestiame”) sono trattate con crudeltà e vivono e muoiono solo per il profitto del loro proprietario, nello stesso modo l’agricoltura condotta secondo principi commerciali sfrutta la terra usandola per la sua produttività e trae profitto spese dalla sua bellezza, dalla sua salute dal suo equilibrio. Una mentalità così insensibile e calcolatrice è sintomo di passione ed è caratterizzata da cambiamenti eccessivamente rapidi e dal fascino delle innovazioni, come i cibi geneticamente modificati, commercializzati prima che ne siano pienamente conosciute le conseguenze. Secondo la natura, crescita e cambiamento sono in equilibrio tra loro e solitamente graduali, ma la crescita e il cambiamento dovuti alla tecnologia che domina l’uomo non rispetta questi principi. Il risultato è che questa mancanza di lungimiranza guidata dall’avidità comporta che immense estensioni di terra sono state trasformate in obbrobri. La massa delle persone, che manca di una prospettiva spirituale e di una guida spirituale, impegnata nella lotta per la sopravvivenza e nella inutile ricerca del piacere, non riesce a vedere o a liberarsi da una mentalità centrata sul profitto ed è incapace di comprendere il desiderio di Krsna: che ogni individuo conduca una vita veramente felice e piena di significato usando le energie di Krsna al Suo servizio.
Il modo in cui usiamo la nostra terra fa presagire il futuro di qualsiasi società compresa la nostra. Questo significa soprattutto che affronteremo un futuro triste se continueremo a fare uso di metodi di agricoltura insostenibile. E che cosa abbiamo guadagnato assumendoci questo rischio? Più tempo libero? Un maggior piacere? Una salute migliore? Una maggiore felicita?
Per ironia – e per arrangiamento del Signore – la vera quantità di tempo libero di cui gode una società è inversamente proporzionale alla quantità dei macchinari impiegati per risparmiare manodopera. Per generazione le persone sono state attratte dalle fattorie ai centri urbani o suburbani con la promessa di una vita più facile, ma giudicando dal livello di stress di quelle aree, quella promessa è stata completamente disattesa. Inoltre quanto più una società crea e usa macchinari per risparmiare la manodopera, tanto più esaurisce le risorse del mondo, tanto più grande è la quantità di rifiuti prodotta e tanto maggiore è il debito che si forma.
E – per maggiore ironia – nella società odierna il prestigio di una persona varia in proporzione alla sua accettazione degli attuali metodi produttivi. Fate il paragone tra il direttore generale all’ultimo piano di un grattacielo con il contadino che lavora la terra con le sue mani. Inoltre la tecnologia moderna ha privato gli agricoltori e gli operai del tipo di lavoro che essi preferiscono – un lavoro creativo, utile, fatto usando mani e cervello. La produzione – anche quella del cibo – è stata trasformata in un lavoro di routine disumano che non arricchisce le persone, a le svuota e mette a rischio la loro salute.


Vita di campagna e Vita di Città a confronto

Gli abitanti delle città, anche i nostri amici devoti, possono chiedersi che cosa troviamo di attraente in una comunità agricola come quella di Saranagati. Dove sono i diversivi, i divertimenti e le numerose comodità della vita moderna? E noi che abitiamo a Saranagati guardiamo i nostri amici di città e ci meravigliamo dello stato di stress in cui vivono, della loro vita trascorsa in mezzo alle esalazioni di gas, della televisione che essi e i loro figli guardano, e della loro illimitata e sempre incombente necessità di spendere e ci chiediamo come possano sopportare tutto questo. Vediamo che la vita di città fa sentire le persone insignificanti e impotenti non davanti a Dio ma davanti al gigantesco sistema economico che le isola e le lascia loro poche opportunità di migliorare la propria posizione economica. Vediamo che perdono fiducia nell’iniziativa personale e diventano ingranaggi altamente specializzati e fortemente competitivi in alcune grandi imprese, senza alcuna sicurezza o indipendenza. Basta l’impersonale ampiezza delle strade delle città degli edifici, delle scuole, degli uffici, dei supermercati e della folla a far sentire una persona insignificante, una semplice pedina.
La sublime vita spirituale offerta a tutti noi da Srila Prabhupada si può trovare nella semplicità naturale e facile delle comunità rurali – e quanto è meglio per i bambini trascorrere gli anni della loro formazione lontani dal degrado delle influenze urbane e suburbane.
Poiché la produttività è il risultato naturale di una terra bella e sana, le persone si sentono utili e appagate se vivono come è giusto che vivano – in armonia con il creatore. Come quando la terra sfruttata e trascurata alla fine riduce la sua produttività, così una persona che, per varie circostanze o per avidità, fa un lavoro che in ultima analisi è inutile, sarà afflitta da una sensazione interiore d’inutilità e di sconfitta. In altre parole, se la produzione e la ricchezza sono ritenute gli scopi primari (e vengono messi in dubbio gli scopi spirituali), il sistema economico moderno violenta la natura e danneggia gli esseri umani. Con le parole di Srila Prabhupada: “perché cercare un fasto artificiale, perché i cinema, le automobili, gli apparecchi radio, i mattatoi e gli hotel? Che cosa ha creato la civiltà moderna se non uno spirito di lotta simile a quello che anima i cani, sia sul piano individuale che collettivo? Crede questa civiltà di servire la causa dell’uguaglianza e della fraternità universale inviando migliaia di uomini in fabbriche infernali o in guerra per soddisfare i capricci di pochi?” (Srimad Bhagavatam 1.10.4)


Madre Terra e il Signore Supremo, Krsna

I prodotti della terra sono fatti per essere offerti al Signore per la Sua soddisfazione. Madre Terra è detta Vasundhara, “colei che detiene la ricchezza” (vasu significa “ricchezza” e dhara “colei che detiene”). Qualsiasi cosa venga presa dalla Terra appartiene a Krsna e dovrebbe essere usata per il sacrificio. E quando facciamo offerte sincere al Signore, facciamo avanzamento nella vita spirituale ma anche nell’’austerità, nella pulizia, nella veridicità e nella misericordia: diventiamo pii e fonte di piacere per la Terra. Sebbene la Terra abbia tollerato esplosioni atomiche, l’aggressività delle trivellazioni per il petrolio, il taglio delle foreste, guerre sanguinose e una grande quantità di altre atrocità, essa ha il potere di ritrarre i suoi doni e di privarci di ciò che è necessario per vivere. Srila Prabhupada scrive:

E’ un errore pensare che i cereali vengono prodotti con l’applicazione di macchinari moderni, come i trattori. Andando nel deserto e usando un trattore non sarà possibile produrre cereali. Possiamo adottare molti mezzi, ma è essenziale sapere che il pianete Terra cesserà di produrre cereali se i sacrifici non sono compiuti … Naturalmente ora non sono compiuti … Naturalmente ora gli atei non crederanno in questo modo spirituale di produrre cereali, ma che ci credano o no, resta il fatto che non siamo indipendenti nella produzione di cereali con mezzi meccanici – Srimad-Bhagavatam 4.18.8 Spiegazione

La dura realtà è che quando madre Terra è sovraccaricata dalle menzogne e dagli atti irreligiosi dei non –devoti che si lasciano guidare dalla lussuria, dalla collera, dall’avidità e dall’invidia, essa può frenare la sua produzione. Ecco di nuovo le parole di Srila Prabhupada:

“Benché la Terra racchiuda immense risorse per la produzione di cereali, frutta e fiori, la produzione è frenata dalla Terra stessa a causa dell’abuso perpetrato dai non-devoti che sono privi di ongi finalità spirituale. Ogni cosa appartiene a Dio, la Persona Suprema e può essere usata per al Sua soddisfazione. Le cose che esistono non devono essere usate per la gratificazione dei sensi degli esseri viventi. Questo è il piano complessivo della natura materiale che si conforma alle direttive della natura materiale stessa.” – Srimad-Bhagavatam 4.18.6 Spiegazione


La Felicità e la Terra

La felicità viene dalla crescita spirituale e non dai guadagni economici, ma influenzati da quest’era, sia a livello individuale che collettivo, tendiamo a dare la massima importanza al profitto al di sopra di qualsiasi altra cosa. Se si lascia incontrollata, questa tendenza può crescere vigorosa come una mala erba e il risultato è la dissacrazione della Terra da parte delle persone che sono sempre irrequiete e insoddisfatte, che si sentono inutili e impotenti e sono tenute in ostaggio dal sistema economico. L’enormità e l’indifferenza di questo sistema produce insicurezza, disperazione e dipendenza. Non ci dobbiamo meravigliare che le persone cerchino disperatamente sollievo e siano infatuate dalle distrazioni.
Al contrario, le comunità rurali coscienti di Krsna come quella di Saranagati promuovono una vita semplice, completamente libera da stress in compagnia di ricercatori spirituali.
Queste comunità possono rafforzare la fiducia nelle nostre iniziative personali, incoraggiare la libera espressività, aiutarci a sviluppare l’apprezzamento per la Terra e per le sue innumerevoli creature e portarci più vicino a Krsna, il Padre Supremo. Anche la semplice attività di coltivare al terra per Krsna può arricchirci al di là di ogni nostra aspettativa.
Tutte le attività esterne, inclusa quella economica, hanno un significato e un valore se favoriscono il raggiungimento dello scopo della nostra vita. Qualsiasi attività che non ha questa finalità, comprese quelle numerose e più ambite che perseguono il successo materiale, ci faranno sentire semplicemente insoddisfatti e invidiosi di coloro che hanno più di noi. Nel loro intimo anche le persone che hanno successo a livello materiale sentono che manca loro qualcosa di molto importante.
“Le società umane dovrebbero dipendere interamente dai doni della natura, senza cercare di creare con mezzi artificiali una prosperità economica puramente illusoria. Infatti questi tentativi hanno come risultato finale solo quello d’immergere il mondo in un caos d’avidità irrazionale, dove regnano la bramosia per il potere e la ricerca sfrenata di ricchezza in vista di lussi artificiali e di godimenti simili a quelli dei cani e dei maiali” (Srimad Bhagavatam 1.10.4 Spiegazione)
Una vita frivola basata sul fare denaro per spenderlo o sprecata nei divertimenti non è quella per cui siamo stati creati. Siamo fatti per realizzare il nostro potenziale di crescita spirituale e per sperimentare la felicità che accompagna questa crescita. L’unico modo per dare inizio a questo processo è riconciliarsi con Madre Terra offrendo i suoi doni a Krsna, Dio, la Persona Suprema.

Visakha Devi Dasi collabora da più di trent’anni a BTG con articoli e servizi fotografici, Vive a Saranagati Village con la sua numerosa famiglia composta da suo marito, due figlie, il genero e il nipotino di due anni. Recentemente ha pubblicato un libro sulla vita a Saranagati.




Il Nostro Tesoro Nascosto

La parabola di Sri Caitanya Mahaprabhu dell’astrologo e del povero ci mostra come scoprire il vero tesoro nascosto nel nostro cuore.

Di Mohini Radha Devi Dasi

Sai di essere l’erede di un’immensa fortuna? Il tesoro più prezioso è sepolto nel tuo cuore e tu hai bisogno solo di sapere come riportarlo alla luce. Questa sorprendente lezione riportata nella Sri Caitanya-caritamrta (Madhya-lila 20.127-135), costituisce l’essenza di uno degli insegnamenti dati da Caitanya Mahaprabhu a Sanatana Gosvami. Caitanya Mahaprabhu è Dio. La Persona Suprema, Sri Krsna Stesso, apparso circa cinquecento anni fa in Bengala per insegnare con il Suo esempio la scienza della devozione a Krsna (Lui Stesso). In altre parole, Egli si comportò come un devoto per insegnare agli altri come diventare devoti cosicché potessero essere liberati dai legami materiali ed ottenere una felicità spirituale senza fine.
Durante i Suoi passatempi Sri Caitanya dette importanti insegnamenti ai Suoi seguaci affinché potessero compiere la Sua missione di diffondere la coscienza di Krsna. Sanatana Gosvami, uno dei discepoli diretti del Signore, ebbe la grande fortuna di ascoltare dal Signore in persona la parabola che segue.
Sri Caitanya Mahaprabhu ha insegnato che l’amore per Radha e Krsna giace sopito nei nostri cuori, ma può essere risvegliato con le pratiche devozionali.
Una volta un astrologo di nome Sarvajna si recò nella casa di un uomo povero. Sorpreso dalla sua condizione di sofferenza, gli chiese perché fosse così infelice e perché languisse in tale povertà anche se il ricco padre gli aveva lasciato un grande tesoro. Sfortunatamente, il padre dell’uomo era morto in un Paese straniero e non aveva fatto conoscere l’ubicazione dei suoi beni, quindi l’uomo soffriva nella povertà perché era all’oscuro della sua legittima eredità, Solo l’astrologo, il cui nome significa “colui che sa tutto”, aveva la capacità di individuare il tesoro nascosto e cosa ancora più importante possedeva la conoscenza del metodo giusto per riportarlo alla luce. Sri Caitanya Mahaprabhu spiegò a Sanatana che l’astrologo rappresenta la letteratura vedica, è fatta per guidare le persone verso il tesoro più prezioso. L’amore di Dio. Come le informazioni dell’astrologo risolsero il problemi di quell’uomo povero, così le Scritture vediche possono risolvere il più grande dei nostri problemi: la povertà spirituale, che è la causa della sofferenza nella realtà materiale temporanea. Le Scritture vediche (e i loro rappresentanti, i puri devoti) ci consigliano di percorrere il sentiero della coscienza di Krsna per poter ristabilire la nostra relazione con il nostro padre spirituale, Dio, la Persona Suprema, Sri Krsna. Proprio come le parole dell’astrologo ristabilirono il collegamento dell’uomo povero con il suo tesoro nascosto, così le Scritture vediche ristabiliscono la nostra relazione con Krsna, il tesoro supremo.
Per ripristinare questa connessione, dobbiamo innanzitutto renderci conto della nostra condizione degradata, in cui siamo obbligati a soffrire la causa dei “calci della natura materiale”, come diceva Prabhupada, Vita dopo vita accettiamo ripetutamente corpi diversi e soffriamo per la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte nel mondo materiale, Il desiderio di porre fine alla nostra condizione di sofferenza serve da spinta per la ricerca spirituale, come la condizione di povertà di quell’uomo lo portò a dare i benvenuto all’astrologo nella sua casa. La sua curiosità di scoprire se il suo futuro prevedesse un po’ di sollievo lo spinse a fare domande. Se anche noi diventiamo curiosi e ci chiediamo qual è la causa della nostra sofferenza nel mondo materiale, possiamo cercare di conoscere la nostra posizione costituzionale, libera dalla sofferenza, Le Scritture rivelate e le anime liberate ci possono aiutare a comprendere che la nostra vera identità è spirituale e non materiale. Non siamo questi corpi materiali, ma anime eterne e la nostra felicità suprema risiede nella comprensione della nostra eterna relazione d’amore con l’Anima Suprema, Sri Krsna.
L’uomo della parabola stava soffrendo perché non conosceva il padre né le sue proprietà. Nello stesso modo noi soffriamo perché non conosciamo il nostro Padre Supremo, Krsna. In quanto minuscole particelle spirituali siamo parti di Krsna, come le scintille sono parte di un fuoco. Il Signore è sat, cit e ananda, eternamente pieno di conoscenza e di felicità e anche noi siamo così; ma ci siamo erroneamente identificati con la natura materiale dimenticando chi siamo realmente. Siamo figlie della persona più ricca (la ricchezza è una delle Sue sei principali opulenze), ma abbiamo accettato morti e nascite ripetute, dolore e sofferenza, a causa dell’ignoranza della nostra posizione costituzionale di eredi delle illimitate benedizioni di Krsna. Ma qual è il nostro vero tesoro nascosto e come fare a scoprirlo?
Nella Bhagavad-gita Krsna afferma di essere lo scopo supremo (9.18) e l’oggetto di tutte le religioni e delle Scritture (15.15). Srila Prabhupada ci dice che la pura coscienza di Krsna (conoscere Krsna ed esserGli devoti) è “nostro diritto di nascita” (Srimad-Bhagavatam 4.1.15 Spiegazione) Dunque Sri Krsna e il puro servizio di devozione a Lui sono il nostro tesoro supremo, ma questa conoscenza da sola non ci aiuta; non basta identificare il nostro scopo, dobbiamo anche sapere come raggiungerlo,Perciò l’astrologo non solo informò il pover’uomo della sua eredità ma gli fornì anche una “mappa” per scoprirla. Egli giustamente lo mise in guardia contro certi tipi di percorso che sembravano alleviarli ma che in definitiva lo avrebbero portato alla rovina. Il tesoro di questo uomo povero era sepolto sotto la sua casa, ma egli non avrebbe potuto trovarlo scavando a sud, né ad ovest e neppure a nord della casa. Queste ubicazioni si sarebbero rivelate un fallimento per l’uomo che desiderava trovare il suo tesoro, ma una semplice ricerca fatta sul lato est della casa avrebbe portato alla scoperta di una ricompensa inimmaginabile.


Il Sud: il Karma-kanda

Nei Suoi insegnamenti a Sanatana Gosvami, Caitanya Mahaprabhu ha chiaramente spiegato il significato di queste affermazioni per sottolinearne l’importanza. L’astrologo disse all’uomo povero che il lato sud (daksina) della casa era pieno di vespe e calabroni aggressivi. In bengali, la lingua usata da Caitanya Mahaprabhu, il termine daksina viene usato sia per indicare il “sud” sia per indicare l’usanza di offrire la carità ai sacerdoti dopo il compimento dei rituali religiosi. Nel contesto della parabola il lato sud rappresenta le pratiche ritualistiche finalizzate a benefici materiali. Questo significa che il solo attaccamento alle procedure ritualistiche non può portare allo scopo spirituale supremo. Se cerchiamo di comprendere la Verità Assoluta praticando l’attività interessata (karma-kanda), verremo, in senso figurato, morsi da insetti velenosi e non riusciremo a trovare il tesoro supremo.
I morsi degli insetti velenosi rappresentano le sofferenze derivanti dall’attività interessata. Se seguiamo il percorso dell’attività interessata, siamo soggetti alla legge del karma, che in parole povere, significa che ogni azione genera una reazione. Se commettiamo dei peccati, verremo puniti. Le punture delle vespe e dei calabroni rappresentano esattamente queste punizioni, ma anche se compiano attività pie, otteniamo risultati karmici piacevoli (come la promozione ai pianeti più elevati per godere piaceri più grandi e una maggiore longevità), non siamo ancora liberi dai desideri materiali e saremo obbligati a sopportare la sofferenza dell’esistenza materiale vita dopo vita. Il nostro tesoro più prezioso resterà irraggiungibile.


L’Ovest: il Jnana-kanda

L’astrologo avvertì l’uomo anche di non scavare neanche sul lato ovest della casa, dove le sue mani non sarebbero neppure riuscite a toccare il tesoro perché fantasmi feroci gli facevano la guardia, I fantasmi rappresentano i disturbi mentali che confondono la nostra concentrazione e scuotono la nostra determinazione. Il lato ovest della casa rappresenta il janna-kanda, la speculazione filosofica, che non solo c’impedisce di ottenere il tesoro supremo, ma ci fa anche deviare dalla nostra ricerca. La ricerca basata sull’erudizione non può in alcun modo aiutarci a comprendere Krsna, perché Egli è trascendente a tutta la conoscenza materiale. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, maestro spirituale di Srila Prabhupada, una volta così si doleva: “Il percorso di per sé luminoso della pura devozione è completamente ricoperto da milioni di spine nella forma di stupide argomentazioni di “dispute prolisse”. (Lezione tenuta a Vrndavana nel 1928) Qui queste “stupide argomentazioni” e queste “dispute prolisse” assumono la forma di fantasmi che celano il vero tesoro del puro servizio devozionale.


Il Nord: lo Yoga Impersonale

L’astrologo mise ancora in guardia il povero perché, se avesse scavato sul lato nord, un grande serpente nero l’avrebbe divorato. Questa direzione, forse la più pericolosa di tutte, rappresenta la meditazione mistica impersonale o yoga. La bocca spalancata del serpente nero dell’impersonalismo è come una trappola pronta a inghiottire chiunque gli si avvicini troppo. La filosofia impersonalista immagina Dio come un vuoto senza forma e suggerisce che ognuno può diventare Dio fondendosi in Lui. Questa falsa logica si muove in direzione direttamente opposta al principio del servizio devozionale, che si basa sull’amorosa reciprocazione tra il Signore e i Suoi devoti. Senza questa relazione reciproca non ci può essere scambio d’amore né alcuna forma di felicità L’impersonalismo, che in realtà è una forma d’ateismo abilmente mascherato da pratica spirituale, porta al suicidio spirituale ed è il più grande nemico del servizio devozionale.


L’Est: il Tesoro

Il vero yoga consiste nel collegarsi al Signore Supremo e non nel fondersi nella Sua esistenza; significa realizzare un legame eterno di reciproco amore tra il Signore e il Suo devoto. L’astrologo alla fine rivela il vero percorso che porta al successo. “Basta che scavi una piccola quantità di terra sul lato orientale perché le tue mani possano toccare immediatamente lo scrigno del tesoro.” Il lato orientale rappresenta il bhakti-yoga, il percorso del servizio devozionale, in cui basta un piccolo sforzo per ottenere il tesoro più prezioso. Srila Prabhupada conferma: “Solo il lato orientale, il servizio devozionale, ci rende capaci di ottenere il vero scopo della vita … il servizio devozionale a Krsna è la vera casa del tesoro per l’essere vivente.” Come Krsna afferma nella Bhagavad-gita (18.55), solo con il servizio devozionale è possibile conoscerLo così com’è e quindi diventare degni di entrare nella Sua dimora spirituale.
Dopo la parabola, Caitanya Mahaprabhu citò l’Undicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam (11.14.20-21), in cui Krsna parla al Suo amico Uddhava della supremazia del servizio devozionale.

Mio caro Uddhava, né con l’astanga-yoga (il sistema dello yoga mistico per raggiungere il controllo dei sensi), né con il monoismo impersonale o lo studio analitico della Verità Assoluta, né con lo studio dei Veda, né con la pratica delle austerità, né con gli atti di carità né accettando il sannyasa è possibile soddisfarMi quanto sviluppando il puro servizio devozionale a Me. Io che sono naturalmente caro ai Miei devoti e ai sadhu posso essere raggiunto da una fede incontrollabile e dal servizio devozionale incondizionato. Questo metodo del bhakti-yoga, che accresce gradualmente l’attaccamento per Me, purifica anche un essere umano nato tra i mangiatori di cani. Ciò significa che qualsiasi persona può essere elevata al livello spirituale con il metodo del bhakti-yoga.

Perciò il Signore Stesso (sia nella forma di Krsna sia in quella di Caitanya Mahaprabhu) glorifica il puro servizio devozionale come l’unico mezzo per raggiungere il Signore Supremo. Questo servizio devozionale deve essere puro e incondizionato, non misto ed eterno. Il nostro scopo non è la ricchezza materiale e neppure la liberazione dall’esistenza materiale, ma la felicità spirituale del puro servizio devozionale (vedi Cc. Madhya 20.142). Come il puro devoto Prahlada Maharaja inseghana ai suoi amici: “Il Signore è soddisfatto soltanto di chi ha per Lui una devozione pura e incrollabile. Senza un sincero servizio devozionale tutto sarà soltanto un’esibizione.” (Srimad-Bhagavatam 7.7.52)
Il puro servizio devozionale non solo è il mezzo per realizzare i nostro scopo supremo, ma è esso stesso il più grande dei tesori.
A livello assoluto non c’è differenza tra il servizio d’amore a Krsna e Krsna Stesso. Come Sri Caitanya Mahaprabhu spiega: “Nelle Scritture vediche Krsna è il punto centrale d’attrazione e il servizio a Lui offerto è la nostra attività. Raggiungere il livello dell’amore per Krsna costituisce il fine supremo della vita. Perciò Krsna, il servizio a Krsna e l’amore per Krsna sono le tre grandi ricchezze dell’esistenza. (Cc Madhya 20.143)
Il puro amore per Dio è la naturale tendenza di ogni essere vivente, ma viene coperto dall’ignoranza proprio come le nuvole coprono lo splendore del sole. Il puro servizio devozionale può allontanare le nuvole e fare rivivere il nostro amore sopito per Dio con lo splendore della conoscenza trascendentale, Poiché il cuore è la “casa” dell’anima il tesoro del povero sepolto sotto la sua casa, corrisponde all’amore per Dio sepolto nei nostri cuori. Come Caitanya Mahaprabhu spiega, nityasiddha krisna prema: “Il puro amore per Krsna è stabilito eternamente nel cuore degli esseri individuali.” (Cc. Madhya 22.107) Noi siamo, almeno in senso letterale, seduti sopra il nostro tesoro nascosto. Ma perché non riusciamo a percepirlo?
Dopo milioni di vite nelle diverse specie del mondo materiale, la nostra identificazione con la materia ci ha tolto la capacità di vedere non solo con l’ubicazione del nostro tesoro, ma perfino la sua stessa esistenza. I desideri materiali – principalmente il desiderio di godere indipendentemente da Krsna, il Supremo Goditore – sono come la sporcizia che riempie i nostri cuori e nasconde il nostro tesoro supremo sotto la sua sudicia coltre. Quando pratichiamo il servizio devozionale sotto la guida di un maestro spirituale autentico, i nostri cuori vengono ripuliti dalla “sporcizia” della contaminazione materiale e il nostro sopito amore per Dio si risveglia.


Le Pratiche più Efficaci della Bhakti

La parabola di Mahaprabhu ci mostra che semplicemente con il metodo del servizio devozionale possiamo riscoprire il tesoro segreto che è stato celato così a lungo. Nel Kali-yuga, l’attuale era di discordia e d’ipocrisia (l’ultima e più degradata delle quattro ere), l’unico mezzo per ottenere – o far rivivere – il nostro puro amore per Dio è il canto dei Suoi santi nomi: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Dei nove principali metodi di servizio devozionale citati nelle Scritture, savana e kirtanam, l’ascolto e il canto, sono i più efficaci in quest’era.
Come Caitanya Mahaprabhu promette nel primo verso del Suo Siksastaka (gli otto insegnamenti che glorificano il canto dei santi nomi del Signore): “Il canto dei santi nomi del Signore ha il potere di pulire lo specchio del cuore da tutta la polvere accumulata nel corso degli anni ed estingue l’ardente fuoco dell’esistenza materiale.”
Cantando i santi nomi del Signore che sono identici a Lui, possiamo ripulire lo specchio del nostro cuore ed infine percepire la nostra vera identità di Suoi eterni servitori d’amore per Dio.
Possiamo ottenere questo tesoro supremo solo per la misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu. Egli è disceso in questo mondo perché voleva gustare la dolcezza del servizio devozionale a Krsna (Lui stesso). Perciò Si comportava come un perfetto devoto di Krsna al fine di mostrare a tutti noi come ottenere lo scopo supremo della vita. Egli è pronto a darci il più grande dei tesori perché ne è la sorgente.
Come la Sri Caitanya caritamrta (Madhya 2.81) afferma: Sri Caitanya “è colui che possiede la pietra filosofale dell’amore per Dio. Non considera se una persona sia adatta o no, ma concede il Suo tesoro a tutti. Per questa ragione è considerato il più magnifico.” Dunque per la misericordia del Signore e dei Suoi puri devoti, anche noi possiamo ottenere la suprema fortuna della pura devozione a Krsna. Allora, come fece l’astrologo, possiamo dire a tutti gli altri come trovare il loro tesoro nascosto.

Mohini Radha Devi Dasi, discepola di Sua Santità Gopala Krsna Goswami. Vive in India con suo marito, Narada Rsi Dasa.



Amore e Affetto nella Famiglia Vaisnava

Concentrare il nostro amore su Krsna non significa essere indifferenti a colore che ci sono vicini, e in particolare ai nostri familiari.

Di Krsnanandini Devi Dasi

Una mamma insegna al figlio come offrire una fiamma alle divinità del tempio durante il sacro mese di Karttika.

Immaginatevi questo: un pomeriggio Srimati Devi torna a casa da scuola così silenziosa che sua madre, Sudevi, intuisce che c’è un problema. “Srimati”, chiama,”stai bene? Com’è stata la tua giornata?”
Non ricevendo risposta, Sudevi va in camera della figlia di dieci anni, vede la sua faccia bagnata di lacrime e l’abbraccia. “Mamma, oggi alcuni ragazzi della mia classe hanno detto che sono pazza perché non mangio la carne. Una bambina mi ha messo un panino con la carne sul viso, io l’ho spinta per allontanarla da me e la maestra mi ha dato una punizione.” Sudevi conforta sua figlia e parlano un po’ di Krsna, degli animali, di come ogni forma di vita sia sacra e di come a volte, per ignoranza, le persone dicano e facciano cose meschine. Per lo più però usa questo tempo per mostrarle il suo affetto e incoraggiare la bambina a sostenere la presa di posizione di considerare sacra la vita degli animali.
Immaginatevi un neodevoto, Bhakta Ted, sconvolto da un’esperienza con la polizia mentre si reca al tempio. Bhakta Ted che vestito con il dhoti cantava sulla corona in un parco, veniva infastidito da alcuni passanti. Quando un ufficiale di polizia notò quello che stava accadendo, interrogo Bhakta Ted per quindici minuti e rise del fatto che alcune persone l’avessero disturbato.
“Se vedessi un uomo vestito con una gonna come questa,” disse il poliziotto “anch’io potrei prenderlo in giro.”
Un altro nuovo devoto del tempio minimizza l’incidente con la polizia. “Andrà tutto bene,” dice “Questo fa parte del tuo karma. E’ solo maya.”
Un altro devoto, rendendosi conto di quanto Ted sia stato colpito dall’incidente, si siede accanto a lui, ascolta con attenzione i suoi problemi e lo conforta dicendogli che nonostante le invitabili difficoltà del mondo materiale, Krsna dà coraggio e forza d’animo ai Suoi devoti. Passerà dice a Bhakta Ted e gli chiede se c’è qualcos’altro che possa fare per aiutarlo.
Se esaminiamo con attenzione le persone, ovunque, vedremo che tutte hanno bisogno di essere sostenute emotivamente. Noi siamo esseri viventi e senzienti e i nostri desideri di compagnia, di amicizia, di affetto e di apprezzamento sono naturali e spirituali. Abbiamo questi desideri perché Sri Krsna, la Persona originale, da cui provengono tutte le caratteristiche degli esseri viventi, li mostra Egli Stesso.


Le Personalità Divine ci Mostrano la Via

Hanuman, un potente devoto, con gentilezza confortò Sita che stava soffrendo. Le assicurò che suo marito, Sri Ramacandra, avrebbe presto organizzato la sua liberazione le dette l’anello di Rama come prova della Sua lealtà. Poiché Hanuman aveva mostrato queste attenzioni e uno straordinario sentimento di servizio d’amore al Signore e ai Suoi devoti, Sri Rama lo ricompensò con un abbraccio affettuoso e con l’eterna devozione per Lui.
Il linguaggio profondo e sincero che caratterizza gli scambi tra i devoti nello Srimad-Bhagavatam e nella Caitanya-caritamrta mi ha sempre commossa. Le loro interazioni sono piene di dolcezza, umiltà e sollecitudine. In generale, qualunque sia il problema, in queste Scritture i devoti trovano il tempo per salutarsi con umile apprezzamento e sentimenti d’affetto. Infatti non sentirsi felici nel vedere un devoto è considerato un’offesa. Dovremmo ricordare che i nostri figli, le nostre spose, i nostri genitori e anche le persone che nel tempio possono annoiarci, sono devoti, parti di Krsna. Se ci ricordiamo di questo sarà più facile per noi trattarli con un tenero sentimento d’affetto.
Il Grihastha Vision Team è costituito da un gruppo di devoti, molti dei quali discepoli di Srila Prabhupada, che seguono e consigliano i devoti riguardo ai problemi matrimoniali e familiari. Si sono dedicati a servire e sostenere i devoti del grhastha asrama (vita matrimoniale). Questo gruppo, in collaborazione con il Vaisnava Training and Education ha esaminato attentamente i libri di Srila Prabhupada e le sue istruzioni evidenziando dodici principi fondamentali e i valori per una sana vita da grhastha. Uno di questi è “Amore e affetto nella famiglia”. Un’ambientazione emotiva stabile, in cui tutti i membri della famiglia o della comunità si sentano amati e apprezzati, è essenziale per la crescita personale e spirituale degli adulti e dei figli.


Una Giusta Comprensione dell’Attaccamento e del Distacco nella Vita di Famiglia

A volte i devoti, particolarmente quando sono neofiti, non comprendono bene il significato di “distacco” e di “attaccamento”. Impariamo subito che dobbiamo attaccarci a Krsna e distaccarci da ogni cosa del mondo materiale. Poiché anche i devoti sono in corpi materiali, potremmo concludere che calde interazioni d’affetto con gli altri devoti non siano necessarie o addirittura costituiscano un impedimento alla nostra crescita spirituale. Questo modo di pensare è sbagliato. Srila Prabhupada negli Insegnamenti della Regina Kunti, Capitolo Venticinque, spiega: “L’affetto (di Kunti) per i Pandava e i Vrsni non è estraneo al servizio devozionale, perché il servizio al Signore e il servizio ai devoti sono identici.”
Sri Caitanya Mahapraghu, il Signore Supremo, nella Caitanya-bhagavata (Madhya 19.210) dichiara:
“Gli esseri viventi che vivono in un numero illimitato di universi sono tutti Miei servitori. Perciò, se un essere vivente fa male a un altro essere vivente, perirà.” Se riconosciamo che tutte le cose, tutte le persone e tutti gli esseri viventi appartengono a Dio, la Persona Suprema, possiamo vedere che non c’è niente a cui rinunciare e niente da cui essere distaccati. Dobbiamo essere distaccati dalla visione materiale. Cioè non dovremmo essere troppo attaccati ai corpi e alle attività materiali che ci fanno dimenticare il nostro servizio al Signore.


In Quale Modo Siamo Tutti Collegati

L’essere vivente non è il corpo, perciò dovremmo capire che la nostra connessione con chiunque altro avviene per mezzo dell’ Anima Suprema nel cuore di ogni essere vivente. Allora desidereremo usare tutto al Suo servizio e trattare tutti con cura e affetto. Srila Prabhupada ha esemplificato questo modo di vedere in tutte le sue relazioni con gli altri. Sia che fosse famosa o no, sia che si trattasse di una grande personalità o di un bambino, egli trattava ogni persona con cura sincera e affettuosa.
Un’altra difficoltà nelle relazioni d’affetto nelle famiglie dei devoti è che a volte dimentichiamo che nostro marito, moglie o figlio è un devoto e diventiamo indifferenti, negligenti o non rispettosi nei nostri comportamenti con loro. Come si dice: “La familiarità porta alla noncuranza” Dovremmo essere attenti a non cadere in questa trappola. Pregando d’incarnare veramente l’insegnamento datoci da Caitanya Mahaprabhu – essere più umili di un filo d’erba e più tolleranti di un albero – dovremmo cercare con forza di essere particolarmente umili e tolleranti nel comportamento con i membri della nostra famiglia. In questo stato d’animo rimarremo connessi a Krsna ed Egli ci guiderà all’interno affinché mostriamo costantemente amore e affetto ai membri della nostra famiglia e agli altri. A volte i devoti trattano con rispetto i devoti che non appartengono alla loro famiglia, mentre sono negligenti nei rapporti con i membri della famiglia in cui vivono.


L’Epressione dei Sentimenti d’Amore

Come possiamo dimostrare amore ai membri della nostra famiglia?
Circa cinquecento anni fa, il santo ed erudito Srila Rupa Gosvami definì “i sei sintomi d’amore scambiati tra devoti”; (1) dare in carità ai devoti, (2) accettare dai devoti qualsiasi cosa si possa offrire in cambio, (3) aprire la propria mente ai devoti, (4) chiedere loro del servizio confidenziale al Signore, (5) onorare il prasadam. La reciprocità e lo scambio sono fondamentali in questi scambi d’amore. Nella grande famiglia in cui sono cresciuta avevamo uno zio che era l’essenza della generosità e che portava sempre doni o faceva sempre favori ai suoi parenti. Per lui però era difficile accettare doni e servizi. Alla fine questi scambi in una sola direzione finirono per pesare sulle sue relazioni, al punto che egli cominciò a vedersi come L’Unico Benevolo o il Grande Benefattore che dispensava denaro, doni ed altri beni agli altri, i quali a loro volta lo vedevano sempre come l’elargitore. Con il tempo si determinò un risentimento da entrambe le parti. Quando egli non poteva o non voleva dare, i membri della famiglia lo trascuravano ed egli soffriva del loro comportamento. Perciò è molto importante che gli scambi d’amore siano reciproci. Perfino qualcosa di molto semplice (ma spesso difficile) come ascoltare veramente e sinceramente vostro figlio o vostra moglie o altri devoti, con simpatia e senza essere ansioso di dire la vostra, può essere un importante atto d’amore e d’affetto.
Rupa Gosvami ha affermato che un servizio devozionale favorevole reso a Krsna è il vero amore per Lui. Questa è un’importante definizione da applicare anche all’amore tra devoti perché riunisce le due parti fondamentali dell’amore: la devozione (atteggiamento) e il servizio (azione). La parola amore indica sia il sentimento che l’azione. Rupa Gosvami elenca anche le qualità necessarie per avanzare spiritualmente e possiamo applicarle anche a una sana vita di famiglia in coscienza di Krsna: la pazienza, l’entusiasmo, la ferma convinzione (che Sri Krsna desidera una sana vita di famiglia), l’agire secondo i principi regolatori, comportamenti lineari (onestà, integrità) e la compagnia di anime di mentalità simile; dovremmo cercare attivamente la compagnia di altre famiglie e di coppie seriamente impegnate nella vita spirituale.


Compiere Insieme Attività Spirituali Rafforza la Vita di Famiglia

I componenti della famiglia cosciente di Krsna dovrebbero leggere e discutere insieme le Scritture, fare il kirtana insieme regolarmente, condividere il prasadam, servire la Divinità nelle case e pregare per una sincera e stabile relazione con Sri Krsna e tra loro stessi.
Riflettete su questo: quante volte vi siete seduti davanti a un buon pasto preparato da un componente della vostra famiglia o da amici senza aver espresso un vero apprezzamento al cuoco per i suoi sforzi? Quando vi viene offerto un pasto prasadam buono, gustoso e nutriente, non lo date per scontato prendetevi un po’ di tempo per esprimere la vostra gratitudine. Brevi commenti premurosi possono far crescere in modo significativo il livello di soddisfazione nelle vostre relazioni. Il filosofo francese Blaise Pascal diceva: “Le piccole cose ci consolano perché sono esse che ci affliggono.” Quindi anche piccole cose come apprezzare un buono pasto possono rafforzare una relazione. Tenete un diario e chiedetevi quando è stata l’ultima volta in cui avete ascoltato veramente vostra moglie o altri componenti della famiglia o avete fatto loro un dono o avete preparato un po’ di prasadam come sorpresa.
Nel mondo materiale le relazioni generalmente sono basate sulla lussuria e sull’illusione e sono un riflesso deformato degli scambi d’amore che hanno luogo nella realtà eterna. Nel mondo spirituale invece profonde e reciproche relazioni d’amore sono la realtà normale e naturale. Là i devoti fanno a gara per servire il Signore e servirsi tra loro. Se cantiamo sinceramente i santi nomi di Krsna, apprezziamo la compagnia delle persone sante e c’impegniamo nel servizio di devozione, possiamo veramente condividere il vero amore ed affetto spirituali con gli altri, anche se apparentemente siamo nella realtà materiale.

Krsnanandini Devi Dasi, discepola di Srila Prabhupada, è una Certified family Life Educator (CFLE),ministro autorizzato della coscienza di Krsna nello Stato dell’Ohio, presidente della Grihastha Vision Team e co-direttrice, con suo marito, Tarirq Saleem Ziyad del Daso-Zyad Family Institute. Con suo marito ha scritto molti articoli e diretto molti workshop sulla famiglia, il matrimonio e le relazioni. Risiede con la sua famiglia a Cleveland nell’Ohio.




A VRINDAVAMA
Erano venuti per lo yoga ed hanno scoperto la bhakti.

Con un Centinaio di Stranieri di Meera Khurana
L’India è conosciuta come punya-bhumi, “la terra dei valori spirituali”, per i suoi numerosi luoghi sacri. Tra questi il più sacro è Vrindavana, la terra di Krsna, nel distretto di Mathura in Uttar Pradesh.
Sri Krsna discende con Vrindavana, come Sri Rama discende con Ayodhya. Queste dimore divine sono dette dhama. Vrindavana è il luogo sacro di svago di Krsna, dove circa cinque mila anni fa Egli compì i divertimenti della Sua infanzia e dove la Sua presenza si sente più che in qualsiasi altro luogo. Quando Sri Caitanya Mahaprabhu visitò Vrindavana nel 1523, rivelò molti luoghi dei divertimenti di Sri Krsna.
Le glorie del dhama di Vrindavana sono descritte nelle Scritture vediche. Vivere o trascorrere del tempo nel dhama è benefico per l’avanzamento spirituale perché qui si accumulano meriti spirituali. Vrindavana (vrnda-vana) si traduce “la foresta di Vrnda”, una gopi compagna di Radha-Krsna che assume la forma della sacra pianta di Tulasi (conosciuta anche come “basilico sacro”)
Vrindavana con le zone circostanti è conosciuta con il nome di Vraja.
Nel 2009, mi trovai a Vrindavana per un mese con più di cento stranieri, nessuno dei quali aveva sentito parlare di Vrindavana né sapeva chi fosse Krsna.
Quale impressione avrebbero ricevuto dal luogo più sacro dell’India?
Caso (o realtà, per la misericordia di Krsna) nel luogo più propizio di tutti, Mi chiedevo quali attività pie avessero compiuto nelle vite precedenti per essere stati condotti a Vrindavana senza un loro esplicita intenzione o conoscenza.
Studiavano e praticavamo lo yoga e il pranayama in un giardino pensile, a livello della chioma degli alberi, vicino a Chira Ghat sulla riva del fiume sacro Yamuna. Sulla nostra testa volavano piccoli pappagalli verdi e il canto melodioso del maha-mantra Hare Krsna risuonava dall’altoparlante di un tempio vicino. Con una guardia che ci proteggeva dalle scimmie dispettose, tutto sembrava perfetto e tranquillo nella terra del Signore.
Nata come “figlia dell’ISKCON” (i miei genitori erano stati iniziati da Srila Prabhupada nel 1971, quando ero nel grembo di mia madre), mi sentivo responsabile delle esperienze e delle impressioni che queste persone avrebbero ricevuto nella loro prima visita a Vrindavana. Volevo che ciascuno di loro godesse del tempo trascorso a Vrindavana e imparasse qualcosa su Sri Krsna come Dio, la Persona Suprema. Pensai che potesse essere un’eccellente opportunità per parlare di Krsna alle persone. Dopo tutto, quale argomento migliore c’è, specialmente qui nella terra di KRSNA?
Molte di queste persone prima non si erano mai sedute sul pavimento per mangiare, non avevano mai mangiato con le dita o perfino mai consumato un pasto completamente vegetariano. Per molti era il primo viaggio in India. Nonostante questo, l’effetto che Vrindavana aveva su molti di questi studenti di yoga era incoraggiante e superava ogni mia aspettativa.


Esperienze a Vrindavana

Avevamo un giorno libero alla settimana dalle lezioni. Portai alcuni studenti a fare il parikrama (la circoambulazione) di Vrindavana e nel percorso visitammo il Tempio ISKCON di Sri Sri Krsna Balarama.
Ero consapevole di che cosa avrebbero potuto pensare quando ci inchinammo mettendo la fronte sulla polvere di questa terra santa (i maiali erano appena stati proprio in questa zona) e di come avrebbero potuto reagire alla loro prima esperienza in un tempio ISKCON. Non avevano mai sentito questo canto né visto le Divinità.
Durante i parikrama parlai loro degli insegnamenti di Srila Prabhupada e della misericordia che aveva avuto per noi presentando Vrindavana al mondo. Essi fecero delle domande filosofiche ed avemmo interessanti discussioni, compreso il confronto tra la coscienza di Krsna e le altre più importanti religioni del mondo. Furono sorpresi nel constatare come si trovassero a loro agio con la filosofia e come essa avesse per loro un senso logico. Per esempio, apprezzarono il semplice fatto che non dobbiamo mangiare la mucca o farle del male perché è come una madre per noi che beviamo il suo latte. Anche la legge del karma sembrò loro di buon senso. La cosa più meravigliosa fu come essi amarono subito Vrindavana. Dicevano di trovarsi più a loro agio qui che in qualsiasi altro posto; ognuno sembrava essersi ben inserito e si sentiva bene accolto. Pensai che questa fosse un’osservazione interessante perché dagli insegnamenti di Sri Caitanya apprendiamo che Vrindavana è identica alla dimora spirituale eterna di Krsna, Krsnaloka, ed è perciò la vera casa spirituale di tutti. Vedere ed ascoltare questi commenti fu per me una prova diretta. Subito invece del monotono “ciao”., essi si salutavano l’un l’altro con “Radhe! Radhe!, il saluto tradizionale locale che significa “O Radha! O Radha!”


Impressioni che Trasformano

L’energia percepita nel tempio ISKCON di Vrindavana lasciò in loro un’impressione indimenticabile. Due ragazze, una americana e una inglese, (Elisabeth e Una), dissero di non aver mai provato tanta gioia e tanta energia come durante la visita a questo tempio e di essersi sentite molto felici. Pur non avendo mai visto prima la Divinità del Signore, cantarono con gioia il maha-mantra – Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare – e danzarono. Non si sarebbero mai aspettate che sul pianeta esistesse un posto simile, un posto deve le persone tutte insieme indiscriminatamente danzano e cantano i nomi del Signore con così tanto piacere ed ispirazione. Anche se non avevano mai messo piede in un tempio ISKCON, danzarono in estasi come se fossero rinate. Nei giorni seguenti si mostrarono gioiose e sempre sorridenti mentre dicevano agli altri che avevano avuto una delle esperienze più meravigliose della loro vita.
Alcuni fecero notare come i Vrajavasi (i residenti di Vrindavana) siano pieni di premure anche con gli animali. Avevano visto che alcuni cani randagi e mucche ferite erano stati curati disinteressatamente.
Marie, un’anziana signora francese con figli adulti, che non aveva mai lasciato la Francia prima, pianse quando visitò il Seva Kunj e Nidhuvan, due luoghi degli intimi divertimenti di Krsna protetti da alte mura. Parlò della grande serenità e gioia che provava lì e rimpiangeva di non averli visitati prima, quando era più giovane.
Alida, una giovane donna proveniente dall’ex Unione Sovietica, era stata allevata come una principessa con una persona fissa al suo servizio. Affermò che avrebbe preferito vivere da senzatetto a Vrindavana piuttosto che altrove in un palazzo. Entrata nel Samadhi di Srila Prabhupada, chiuse gli occhi per la sorpresa quando riconobbe Srila Prabhupada che aveva visto in un libro circa ventidue anni prima, quando era una bambina. Era l’unico libro che continuava a prendere dalla libreria di famiglia e i suoi genitori musulmani continuavano a toglierglielo e a rimetterlo sullo scaffale. Vidi che il suo destino alla fine l’aveva portata a Vrindavana. Ella disse che non aveva mai sentito prima il senso di libertà e la felicità che aveva provato mentre danzava davanti alle Divinità.
Darren, un inglese, cercò di saltare alcune lezioni di yoga (sebbene si tenesse un registro) per essere presente al gaura-arati (la cerimonia serale quotidiana dell’arati) al Tempio Krsna-Balarama. Miu, una signora giapponese che aveva viaggiato molto, si trattenne per mesi. Ella preferisce Vrindavana ai suoi viaggi per il mondo e non vuole partire.
Dopo aver visitato il Tempio di Krsna-Balarama, la maggior parte comprò il japa-mala (la corona per cantare) nel negozietto del tempio, non solo per sé ma anche per i loro partner e parenti a casa. Dissero che l’esperienza del canto era così gioiosa che avrebbero voluto portarla a casa per condividerla con le proprie famiglie.
Mi sentii molto felice di aver potuto condividere la dolcezza e i piaceri di Vrindavana con questi studenti di yoga. Questa dolcezza mi era stata trasmessa dai miei genitori e a loro da Srila Prabhupada, che gentilmente venne nel mondo occidentale per diffondere la coscienza di Krsna, cosa per cui gli sono eternamente grata.

Meera Khurana vive a Londra. E’ laureata in Scienze informatiche.



I DOTTORI DELLA FELICITA’

Un professore di Harvard scopre qualcosa sulla felicità che i saggi vedici conoscevano già da lungo tempo.
di Ravindra Svarupa Dasa

In seguito alle sue attente ricerche sul tema della felicità umana, le scoperte del dottor Daniel Gilbert, professore di filosofia ad Harvard spiritoso e intelligente, hanno rivelato un’importante verità che risulterà già familiare a coloro che studiano lo Srimad-Bhgagavatam. Questo venerabile testo (nel Capitolo 87 del Decimo Canto) riporta un dibattito tra alcuni personaggi eruditi – dottori nel senso originale del termine – che abitavano sul pianeta chiamato Janaloka, che può essere considerato l’Harvard di tutto il nostro universo. Durante questo colloquio celestiale, uno dei saggi dice che all’inizio della creazione, i Veda, nella loro forma personale (sruti) svegliano Maha-Visnu dal Suo profondo sonno mistico recitandoGli preghiere di lode alla vera conoscenza che essi incarnano o personificano.

La parola sanscrita Veda significa conoscenza. Sebbene tutta la vera conoscenza sia Veda, in senso letterale veda indica la conoscenza non creata ed eterna sulla base della quale l’intera creazione viene realizzata da Maha-Visnu (e dai Suoi incaricati). Il mondo è progettato sulla base della conoscenza vedica originale, come gli ingegneri assemblano un aereo sulla base di progetti. Non si deve confondere Veda con la “conoscenza” che noi umani deriviamo dalle nostre ricerche sul mondo materiale e dai nostri inutili sforzi di applicare l’”ingegneria inversa” a piccole parti della creazione.
Tuttavia un umile operaio della fabbrica della conoscenza umana come il professore Gilbert a volte inciampa nella verità e c’è della verità da scoprire nel suo libro di successo Inciampando sulla Felicità. Questa verità è riportata nel titolo del suo blog di posta “Quello che non sai ti rende nervoso”, ristampato nella pagina op-ed del The New York Times.
La nostra infelicità, fa notare il professor Gilbert, deriva non tanto dalla nostra condizione attuale, per quanto delicata possa essere, quanto dalla nostra ansietà per il futuro. Egli sostiene che abbiamo un meccanismo nervoso che può consentirci di rimanere felici anche in situazioni difficili; è la paura per l’incertezza del futuro che rende le persone ansiose e sofferenti. Il dottor Gilbert ha certamente ragione. Ecco dal Bhagavatam (10.87.32) la dichiarazione delle sruti al Signore.

Le anime sagge, consapevoli che la Tua Maya illude tutti gli esseri umani, offrono un intenso servizio d’amore a Te, che sei la fonte della liberazione. Come può la paura della vita materiale colpire i Tuoi fedeli servitori? D’altra parte invece le Tue sopracciglia aggrottate – la triplice ruota del tempo – atterriscono ripetutamente coloro che rifiutano di prendere rifugio in Te.

In questo verso, le paure dell’esistenza (bhava-bhayam) vengono esplicitamente collegate al movimento del tempo, la cui ruota è composta di tre parti – passato, presente e futuro.
Srila Prabhupada lo riporta succintamente nel suo commento alla Bhagavad-gita 10.4-5: “La paura è dovuta alla preoccupazione per il futuro.” Egli sviluppa questo concetto:

La persona cosciente di Krsna non conosce la paura perché grazie alle sue attività è sicuro di tornare nel mondo spirituale, a casa, da Dio. Perciò il suo futuro è molto luminoso. Gli alatri, invece, non sanno che cosa porterà loro il futuro, perché non hanno alcuna conoscenza di come sarà la loro prossima vita. Perciò vivono sempre in un’angoscia continua.

Un interessante termine sanscrito che indica uno stato di sicurezza, privo di ogni ansietà, è ksema. Esso deriva dalla radice verbale ksi, che significa risiedere, stare o abitare in particolare in una residenza protetta o segreta. Ksema come sostantivo significa salvezza, pace, riposo, sicurezza. Il dizionario Monier-Williams ci dice che la frase ksemam te – “la pace e la sicurezza possono essere dentro di te” – è citata nel Libro delle Leggi di Manu come “una gentile risposta a un vaisa (commerciante, che gli chiede se la sua proprietà è sicura”.
Incontriamo il termine ksema nella Bhagavad-gita 9.22, dove Krsna afferma che per coloro che si concentrano su Lui in modo esclusivo e restano costantemente fissi nella devozione Egli si fa carico del loro yoga-ksemam. In questo contesto, yoga – la cui radice ha significato di accoppiare o unire – significa acquisizione (per esempio di beni) e ksemam significa la sicurezza del possesso di ciò che è stato acquisito. Krsna dunque promette che per quanto riguarda i devoti completamente dediti a Lui e totalmente dipendenti da Lui, Elgi Stesso si assume il compito (vahami) di far sì che ottengano ciò che chiedono e possiedano con sicurezza ciò che già hanno. Nel commento, Prabhupada chiarisce il significato spirituale di ksemam:

Un devoto così senza dubbio si avvicina al Signore senza difficoltà. Questo è detto yoga. Per la misericordia del Signore un devoto così non ritorna più in questa condizione di vita materiale. Ksema indica la protezione misericordiosa del Signore. Il Signore aiuta il devoto a realizzare la coscienza di Krsna per mezzo dello yoga e quando questi diventa pienamente cosciente di Krsna, il Signore lo protegge impedendogli di cadere di nuovo nell’esistenza condizionata piena di miserie.

In altri passi Prabhupada cita questo verso per dare la certezza che Krsna Si assume la responsabilità anche delle necessità materiali di un devoto. In questi casi il devoto viene liberato da ogni forma di ansietà per il futuro. Il termine ksema appare con un significato interessante nell’Undicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam che racconta dell’incontro del re Nimi con i nove Yogendra, i famosi figli liberati di Rsabhadeva, che viaggiavano insieme liberamente in tutto l’universo. Nimi chiede loro (11.2.30) di spiegare il significato di atyantikam ksemam – il bene supremo o la suprema posizione di pace e sicurezza. Questa frase è spiegata nel commento al verso:

Secondo Srila Jiva Gosvami le parole atyanitikam ksemam, ossia il bene supremo, indicano quella situazione in cui non si può essere sfiorati dalla benché minima paura. Ora ci troviamo invischiati nel ciclo di nascita, malattia, vecchiaia e morte (samsare) e poiché tutta la nostra situazione può essere sconvolta in un istante, siamo costantemente preda della paura, ma i puri devoti del Signore possono insegnarci il metodo pratico per liberarci dall’esistenza materiale e abolire ogni tipo di paura.

Il dottor Gilbert vede nell’incertezza del futuro l’origine dell’infelicità. Nel suo blog presenta esempi in cui pazienti ai quali i medici hanno assicurato una malattia futura sono tuttavia più felici di quelli a cui i medici hanno dato solo la possibilità di una malattia. Tuttavia possiamo capire che questa felicità è relativa. L’ansietà resta. Nessuno sa con certezza quello che il futuro gli riserva e tutti affrontano la grande sconosciuta – la morte – “la regione ignota da cui nessuno torna”, come Amleto osservava nel suo famoso soliloquio. La paura è sempre con noi, indipendentemente da come l’affrontiamo, Come Wiliam James aveva notato, non ci vuole molto a portare “in piena vista il tarlo che risiede nell’intimo delle nostre consuete sorgenti di piacere”.
John Updike dà una metafora particolarmente impressionante: ”Noi tutti sogniamo e noi tutti restiamo atterriti all’ingresso della caverna della nostra morte; e lì dobbiamo entrare.”
Il dottor Gilbert di Harvard ci ha dato informazioni sul problema della felicità, ma ha ancora molto da fare. I dottori eruditi di Manaloka, i nove saggi “maestri di yoga”, sanno quello che lui sa e ben altro…
Quando viene il momento, non dobbiamo avere incertezze.

Ravindra Svarupa Dasa, un GBC dell’ISKCON, vive nel tempio di Filadelfia, dove si unì all’ISKCON nel 1971. E’ laureato in religione alla Temple University.



BRANO TRATTO DA UN LIBRO

Prabhupada alla
SALA DA BALLO AVALON

Nel gennaio del 1967, Srila Prabhupada insieme con Allen Ginsberg, icona della controcultura, presentò il canto del mantra Hare Krsna a centinaia di hippy di San Francisco.

Di Mukunda Goswami

La nostra pubblicità aveva funzionato, la sera dello spettacolo alle 19,45 la sala Avalon era al completo. Durante la prima ora stetti in cima alle scale sopra la porta d’ingresso per controllare i biglietti. Dalla sommità della lunga scala ricoperta di un tappeto rosso che conduceva dall’ingresso alla sala, vedevo la fila colorata dei ritardatari che aspettavano di entrare nella Sala Avalon.La nostra politica per la vendita dei biglietti si atteneva al principio di “chi prima arriva, prima alloggia”, perciò i ritardatari non erano fortunati. Agenti speciali incaricati dal Fire Department di San Francisco stavano fuori dell’ingresso principale della sala per controllare il numero delle persone che entravano.
Quando qualcuno usciva, essi lasciavano entrare qualcun altro, anche se questo non si verificò spesso, perché le persone che erano entrate volevano tenersi il posto. Chet sporse la testa fuori dalla porta del suo ufficio e mi gridò: “Sembra che sia tutto esaurito”, disse. “Di solito la sala non si riempie prima che cominci lo spettacolo. Ed oggi è domenica!” “Si, è fantastico,” risposi tutto eccitato.
“Grazie, per averci permesso di fare qui questo spettacolo.” Mentre osservavo la folla, vidi Timothy Leary e Augustus Owsley che salivano le scale venendo verso me. Quando presi il loro biglietto, rimasi sorpreso nel notare il forte odore di alcool che emanava da Leary.
“E’ strano,” pensai. “Leary è così contrario al sistema e ubriacarsi è proprio il modo usato dal “sistema” per “andare su”. Tra tutti egli non avrebbe dovuto “andar su” con LSD? Presi il suo biglietto ed egli andò in una cabina telefonica il vicino e si sedette a parlare al telefono per il resto del mio turno di controllo dei biglietti.
Finalmente alle 21,00 arrivò Malati per darmi il cambio, cosicché potei tornare ad occuparmi dello spettacolo. Nella sala da ballo i devoti stavano distribuendo a tutti i presenti migliaia di bandierine triangolari col arancione. Mi feci largo tra la calca e salii le scale fino alla galleria per controllare come Ben e Roger stessero sistemando le luci per lo spettacolo.
“Ehi, come va?” chiesi.
“Si, bene, amico. Qui è tutto pronto per iniziare,” disse Roger. “Ehi, abbiamo appena preparato un po’ di tè – è roba proprio buona. Ne vuoi un po’?” “No, sto bene così. E’ meglio che torni là.” “Oh, no vieni, “ disse Ben. “Prendine un po’. Ti rilasserà. Sembra che tu ne abbia bisogno.”
Esitai. “Va bene, sì, ma solo una tazzina.” Roger prese una tazzina stile giapponese senza manico e versò un po’ di liquido da una teiera di ceramica blu. Ne bevvi due sorsi per educazione.
Aveva un retrogusto amaro.
“Tante grazie. Devo proprio andare.” Mi salutarono con la mano sorridendo, ma mentre scendevo le scale per raggiungere la sala da ballo mi accorsi che il tè era stato corretto con LSD. “Non c’è da meravigliarsi se aveva un sapore amaro, “ pensai e la testa mi girava.
Era l’ora d’iniziare lo spettacolo, perciò nel mio stato leggermente alterato feci del mio meglio per riunire i devoti per il numero dì apertura – una specie di overture – un canto in stile indiano che, come speravamo, avrebbe dovuto creare un’atmosfera mistica, spirituale. Eravamo riusciti a trovare abiti esotici da indossare sul palco – vesti per le donne – e quando ci presentammo sul palco, la folla cominiò ad emettere grida d’incoraggiamento. Ci sedemmo su cuscini a colori vivaci davanti ai microfoni e cominciammo a cantare una dolce melodia del mantra Hare Krsna accompagnandoci con la tambura, l’armonium, i cembali e i tamburi. Mentre cantavano, osservavo con attenzione la folla. Sembrava che tutti avessero preso qualcosa – per la maggior parte marijuana e LSD, pensai. Molti avevano portato i propri cuscini – guarniti con fiocchi, con gioielli, a patchwouk e ricamati – e durante il canto rimasero seduti con gli occhi chiusi o intervenivano con i loro flauti di legno e con campanelli. Alcuni stavano in piedi e si dondolavano a tempo di musica. Alcuni gridavano, non avrei potuto dire se fosse perché erano commossi dal canto o perché erano “fatti”. Quello che speravo era che il canto e la presenza dello Swami riuscisse – nel gergo di Haidht Street – ad “elevare tutti a un più alto livello di coscienza”, non con le droghe ma con una genuina esperienza spirituale.
Dopo il nostro inizio tranquillo, i Moby Grape s’impossessarono del palco e la folla impazzì.
Malati aveva ragione – erano fantastici. La sala da ballo tremò a causa degli amplificatori e la folla si muoveva a tempo con le luci stroboscopiche di Ben e Roger e le loro sagome dai colori ad olio proiettate sulle pareti. I colori rimbalzavano, cadevano a cascata, si spezzavano in gocce, si trasformavano unendosi e separandosi, seguendo il ritmo. La musica era assordante, lo spettacolo delle luci ipnotizzante. Sembrava che tutto procedesse bene, ed io mi diressi dietro il palcoscenico nel camerino, dove i Big Brother stavano preparandosi per l’esibizione. Janis Joplin, con una bottiglia di Jim Beam in mano, stava guardandosi allo specchio e quando entrai si girò per so di me.
“Ehi, tu sei uno dei Krishna, vero?”
Chiese lei. Annuii. “Perché senti di dover cantare quel mantra?” La sua voce aveva un tono provocatorio se non addirittura leggermente ostile.
“Perché fa sentir bene,” risposi uscendo subito dalla stanza. Ora non volevo mettermi a discutere. L’avevo vista tre giorni prima mentre era a passeggio con due grossi Doberman giù per Haight Street e teneva in mano un bottiglia di Smirnoff quasi finita.
Quando i Moby Grape ebbero finito di suonare il loro pezzo della durata di un’ora, in quindici salimmo sul palco per preparare l’arrivo dello Swami. Allen Ginsberg entrò nella sala e si unì a noi sul palcoscenico accompagnato da applausi scroscianti. Finalmente dalla porta principale lo Swami entrò nella sala Avalon accompagnato da Ranchor e da un altro devoto di New York, di nome Kirtanananda, che avevo incontrato poco tempo prima di arrivare in Califormia. Il palcoscenico era a circa un metro e mezzo d’altezza dal pavimento della sala da ballo, perciò vedevo bene lo Swami che, camminando lentamente appoggiato al suo bastone di bambù, attraversava la sala in tutta la sua lunghezza fino al palco. Mentre egli passava, la folla si acquetò e aprì un varco per lasciarlo passare. Il silenzio fu interrotto da poche grida isolate e da qualche applauso. Era un po’ come il saluto che lo Swami aveva ricevuto all’aeroporto di San Francisco, solo che questo era più grande, molto più grande.
Quando lo Swami raggiunse il palcoscenico, si fermò per un attimo e si guardò intorno: alla sua destra vide una scaletta, su cui salì come se fosse immerso nei suoi pensieri. Quando arrivò in cima, Ginsberg lo salutò con le mani giunte “Benvenuto, Swami,” disse “sediamoci.” Indicò due grandi cuscini gialli morbidi nella parte anteriore del palcoscenico.
Formavano una strana coppia, Ginsberg con al sua barba folta e un abito marrone un po’ sgualcito con una T-shirt bianca sotto e lo Swami con la testa rasata e il suo aspetto regale, vestito con abiti leggeri color zafferano, che si sedette con le gambe incrociate tenendo il bastone di bambù sul grembo. Nella sala c’era silenzio tranne qualche voce sforzata e i rumori prodotti da alcune persone con vestiti color khaki che non conoscevo e che si muovevano veloci intorno al palco posizionando i microfoni davanti a Ginsberg e allo Swami. La sala diventò buia e la folla si sedette. Iniziai a suonare la tambura con un tono monotono mentre sulle pareti cominciarono ad apparire le diapositive colorate che rappresentavano Krishna. Su, nel mezzanino, Ben e Roger proiettavano le sedici parole del mantra Hare Krishna sulla parete dietro al palco e facevano convergere i riflettori su Ginsberg e sullo Swami. Ginsberg disse qualcosa all’orecchio dello Swami, che annuì. Ginsberg si avvicinò al microfono. “Quando ero in India, “ disse, “fui affascinato dal mantra che stiamo per cantare. Vorrei che lo cantaste ad alta voce con me. E’ una meditazione musicale. Vi porterà in un’altra dimensione, come succede a me ogni volta.”
Fece una pausa e socchiuse gli occhi a causa dei riflettori.
“Questo mantra si chiama maha-mantra. In sanscrito il termine maha significa ‘grande’ e man significa ‘mente’.. Tra significa ‘ciò che libera’. Perciò letteralmente il termine mantra significa ‘liberazione della mente’.
“Qualche volta fate un brutto viaggio con l’acido e io voglio che sappiate che ogni volta che lo fate potete stabilizzare il vostro rientro con il canto di questo mantra.” Appariva molto serio, come se fosse all’università a discutere di letteratura con un gruppo di poeti. “Ora,” continuò Ginsberg, “voglio presentarvi Swami Bhaktivedanta, che ha portato questo mantra nel luogo dove probabilmente era più necessario, il Lower East Side di New York – ai diseredati, ai senzatetto, alle anime perse, agli anarchici, ai ricercatori.” La folla applaudì e lanciò grida.
“Ha lasciato l’india, dove la vita è tranquilla, dove poteva restare a cantare felice in un sacro villaggio dove le persone non hanno mai sentito parlare di guerre di violenza e la vita scorre lenta ed ha un senso. Stasera invece è qui con noi, per la prima volta in questa città, per la prima volta in America ed è venuto per condividere con noi qualcosa di prezioso, qualcosa da trattare come un tesoro, qualcosa che dà la serenità.”
Ginsberg fece cenno allo Swami di parlare. L’espressione del volto dello Swami era risplendente quando rispose all’invito. Parlava lentamente e la sua voce di persona anziana dava fiducia. “Grazie per avermi invitato a parlare nella vostra bella città di San Francisco,” disse. “Questo canto viene dall’India. Esso ci porterà nel mondo spirituale, Potete cominciare stasera o in qualsiasi altro momento. Questo mantra non è solo per gli indiani, Il canto Hare Krishna è per tutti. Non si deve pensare che Krishna sia un Dio indù o che sia riservato agli indiani e non sia per gli altri, Egli è per tutti.” Ero eccitato a sentirlo parlare mentre osservava con ammirazione quel pubblico estasiato. “Se non lo fosse, come potrebbe essere Dio? Dio non può essere Dio solo per un particolare tipo di uomini o per un particolare settore della società. Dio è Dio per tutti gli esseri umani, per tutti gli animali, per gli esseri acquatici, insetti, alberi, piante – per tutte le varietà,. Questo è Dio. Le parole di questo canto sono Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare”.
Ben e Roger facevano rimbalzare le parole sulla parete dietro allo Swami. “Queste parole sono un’incarnazione sonora trascendentale della Verità Assoluta. Incarnazione significa…, il termine sanscrito è avatar che è tradotto con “incarnazione”. Il significato letterale di avatar è “colui che discende o viene dal cielo trascendentale”, dal cielo spirituale al cielo materiale, oppure è il Suo rappresentante autentico che dal cielo viene su questo piano materiale ed è chiamato avatar.”
Una voce femminile dall’altro lato della sala gridò “Si”.
Un’altra voce da qualche parte della sala gridò: “Io sono Dio!”
Lo Swami continuò impassibile.
“Quindi questo suono è il suono che rappresenta il Signore Supremo. Di tutto quello che sperimentiamo, sia di materiale che di spirituale, niente è separato dalla Suprema Verità Assoluta. Niente è separato.
“Tutto viene emanato dalla Verità Assoluta. Come la Terra. La Terra, poi dalla Terra ottenete il legno, il combustibile. Quando accendete il fuoco, dal combustibile prima di tutto viene il fumo. Poi dopo il fumo, c’è il fuoco. “Nello stesso modo, c’è un legame. L’intera situazione, la manifestazione cosmica materiale, quella che noi vediamo, è proprio come il fumo. Il fuoco è dietro di essa. Quello è il cielo spirituale, tuttavia anche nel fumo si può sentire un po’ di calore.
“Similmente questa vibrazione sonora del mondo spirituale è qui, cosicché anche nel mondo materiale, dove manca quel fuoco spirituale, possiamo apprezzare e sentire il calore di quel fuoco.
“Vorrei ringraziare il Signore Ginsberg e tutti voi che partecipate. Ora il signor Ginsberg canterà. Molte grazie.”
Il pubblico scoppiò in un applauso che durò quasi un minuto. Alcune persone si alzarono in piedi ed altre fischiarono, molte battevano sul pavimento con le mani. In fondo alla sala si sentì il suono di una tromba.
“Grazie, Swami, “ disse Ginsberg. “Allora canterò il mantra. Queste sono le parole,” disse, guardando dietro di sé. “Sono sulla parete dietro a me perché possiate seguire. Canterò una volta tutte le parole e voi le ripeterete. Canterò con una melodia che ho imparato a Rishikesh sull’Himalaya.” Fece una pausa “Cantate tutti ad alta voce! Fece una pausa “Cantate tutti ad alta voce! E danzate se ve la sentite!” Ginsberg cominciò a cantare e tutti i devoti sul palco cantarono ripetendo. Dopo i primi mantra tutti cominciarono a suonare i propri strumenti, eccetto me; dovetti subito sintonizzare nuovamente la tambura per essere accordato con Ginsberg. Fortunatamente rimase sulla stessa tonalità per tutto il tempo che Egli cantò.
Il pubblico capì subito. Incoraggiati dal fatto che Il mantra veniva cantato da una loro icona, la folla rispose entusiasta.
Tutti cantarono insieme e la maggior parte delle persone stette in piedi e cominciò a ondeggiare seguendo il ritmo. Quando il tempo cominciò ad aumentare, Ben e Roger si accertarono che le frequenze andassero a tempo con il ritmo. Il canto raggiunse subito un ritmo veloce; Ginsberg e i pochi devoti che riuscivano a tenere il tempo con gli strumenti dovevano ricominciare sempre da capo. Il pubblico continuava a stare in piedi e rimaneva in attesa. Questa volta Ginsberg iniziò a cantare lentamente mantenendo il ritmo costante, Il canto di risposta del pubblico fu un boato che echeggiò in tutta la sala.
In modo improvviso e inaspettato lo Swami si alzò dal suo cuscino e sollevò le braccia, facendo cenno a tutti di fare la stessa cosa. Tutti i devoti sul palcoscenico si scambiarono delle occhiate di sorpresa. Janaki ed io una volta avevamo già visto lo Swami danzare nell’ashram del dottor Mishra nello Stato di New York, ma nessun altro l’aveva visto fare questo prima e nessuno di noi se lo sarebbe aspettato quella sera.
I pochi che erano ancora seduti si alzarono e tutto il pubblico danzò come un solo corpo in un movimento gigantesco: il piede sinistro davanti a quello destro, il piede destro davanti al sinistro, il sinistro davanti al destro, proprio come stava facendo lo Swami. Migliaia di braccia ondeggiavano in modo fluido, dolce e ipnotico e come salici di un boschetto; era rimasto, ma anche languido come un balletto. Tutti, compresi i rivenditori di snack e i buttafuori, ondeggiavano avanti e indietro e cantavano. Solo alcuni restavano fermi ai bordi della sala, esclusi dalla danza probabilmente perché erano troppo “fatti” per prendervi parte. Incantati ed entusiasti, guardavano lo spettacolo a bocca aperta.
Ginsberg spostò il microfono dal suo posto e srotolò il fino per poterlo passare allo Swami. Per qualche momento lo Swami guidò il canto. Mentre lo faceva, i musicisti dei vari gruppi ci raggiunsero sul palco con i loro strumenti. Don Stevenson dei Moby Grape si sedette dietro alla sua batteria, che era ancora sul palco dall’esecuzione precedente, Phil Lesh e Pig Pen dei Graterful Dead collegarono le chitarre agli amplificatori e Peter Albin e Sam Andrew dei Big Brother cominciarono a pizzicare le corde dello loro chitarre. Tutti cominciarono carezzando i loro strumenti come solo i musicisti sanno fare, provando con cautela il tono del suono, accordando gli strumenti e aggiustandone il tono e il livello, facendo le prove per poter accompagnare e rafforzare il canto nel modo migliore.

Mukunda Swami fu iniziato da Srila Prabhupada nel 1966, divenendo uno dei suoi primi discepoli. Da allora ha sempre servito fedelmente il suo maestro spirituale. Di solito vive in Australia.
Questo articolo è tratto da Miracle on Second Avenue, pubblicato da Torchlight Publishing.